San Lorenzo Martire, “patrono” dei Di Rienzo
Il cognome. Il cognome Di Rienzo è un patronimico: la preposizione “Di” indica una discendenza; l’onomastico “Rienzo”, invece, è l’ipocoristico aferetico del personale Lorenzo con dittongazione metafonica in –ie della prima vocale: (Lo)r-i-enzo. In pratica, i Di Rienzo sono i figli o i discendenti di Renzo. È tuttora presente a Capracotta. Da un punto di vista più generale, è attestato principalmente in quella fascia di territorio costituita dal Molise, dal Basso Abruzzo, dal Basso Lazio e dalla Provincia di Caserta: area corrispondente grosso modo all’antica Terra di Lavoro dove il cognome si è formato tra la fine del Medioevo e l’inizio dell’Età Moderna secondo le influenze linguistiche della parlata locale del tempo.
Le origini a Capracotta. La prima attestazione del cognome nella nostra comunità risale al 1522. Lo storico locale Luigi Campanelli, nel suo volume “Il territorio di Capracotta” del 1931, ci riferisce che l’11 novembre di quell’anno l’arciprete Arcangelo Di Rienzo assiste il commissario Sebastiano di Santo da Sepino nella realizzazione della Numerazione dei Fuochi, cioè l’elenco delle famiglie residenti per fini fiscali. Ancora Campanelli, nel medesimo testo, nel proporre un saggio di nomi e cognomi di Capracotta tratto dalla Numerazione dell’anno 1561, cita nuovamente il cognome ma nella lingua della burocrazia del tempo: il latino. In particolare, lo studioso capracottese ricorda tre personaggi: Iohannes de Arcangelo Rentii (Giovanni di Arcangelo di Renzo), il sacerdote Iohannes de Arcangelo de Rentio (Giovanni di Arcangelo di Renzo), arciprete della Contrada Macchia e Marcus de Fabritius de Rentio (Marco di Fabrizio di Renzo). Purtroppo, la testimonianza campanelliana è eccessivamente esemplificativa e non ci consente di individuare né eventuali rapporti di parentela tra gli individui citati né la reale consistenza demografica del cognome in quel tempo lontano nella nostra cittadina. Non possediamo più neppure le edizioni originali dei due documenti fiscali per effettuare ulteriori approfondimenti: le Numerazioni dei Fuochi del 1522, del 1561 e dei decenni immediatamente successivi sono andate distrutte durante la Seconda Guerra Mondiale. Possiamo soltanto dedurre che i discendenti di Renzo dovevano appartenere a un livello sociale medio- alto in quanto, a quell’epoca, le cariche ecclesiastiche erano solitamente appannaggio delle classi più elevate. Arcangelo e Giovanni risultano, nel giro di pochi anni, arcipreti delle due comunità più popolate e più importanti dell’allora territorio cittadino: la Terra Vecchia e la contrada Macchia.
In viaggio nel tempo: i Di Rienzo di ieri… Nel 1622, il sacerdote Donato Di Rienzo è uno degli otto componenti del primo clero cittadino costituito per l’assistenza alla Chiesa Madre secondo i dettami della Bolla emanata dal pontefice Gregorio XV. Nel 1671, un ramo della famiglia Di Rienzo ha il patronato sull’altare di san Francesco nella Chiesa Madre. Nel 1691, Giuseppe Di Rienzo viene nominato arciprete. Rimane in carica fino al 1710. Nel 1730, l’agrimensore Francesco Di Rienzo diviene sindaco di Capracotta. L’anno successivo, il mandato scade. Ma, grazie a un accordo sottobanco con il governatore, cioè l’agente del feudatario Capece Piscicelli, riesce a farsi confermare nell’incarico nonostante l’opposizione della comunità. Alla fine, è costretto a farsi da parte. Arriviamo, così, al periodo 1732- 1743. È il lasso di tempo del nostro passato che conosciamo meglio in assoluto in quanto ci sono pervenuti pressoché integri i censimenti fiscali del 1732 e del 1743 che contengono l’indicazione dei nomi, dell’età, dello stato civile, della professione, delle proprietà e dei carichi tributari dei membri di tutti i gruppi famigliari residenti. Per quanto riguarda i Di Rienzo, in quegli undici anni sono registrate nove famiglie con questo cognome per un totale di 54 componenti. Due capifamiglia, Lonardo e Nicola, sono figli di Antonio, proveniente da Gamberale e coniugato con una capracottese, Geronima Paglione. I Di Rienzo del periodo 1732- 1743 sono prevalentemente proprietari di pecore e terreni coltivabili, la ricchezza dell’epoca. Ci sono anche un agrimensore (l’ex sindaco Francesco), due massari, due sacerdoti e un benestante. Un altro dato da sottolineare sono i matrimoni. I Di Rienzo sono imparentati con alcune tra le più importanti famiglie capracottesi del tempo: Campanelli, Di Tella e Pizzella. Nell’estate del 1799, nel pieno delle vicende legate alla Repubblica partenopea, Nicola e Felice Di Rienzo vengono inviati a Lucera dall’amministrazione cittadina per informare il ministro plenipotenziario Antonio Micheroux delle richieste di cereali e vettovaglie da parte degli insorgenti filo-borbonici. Nel XIX secolo, i successori di Sebastianello Di Rienzo subentrano alla famiglia Mosca nel patronato dell’altare di sant’Anna nella Chiesa Madre. Il 26 ottobre del 1860, il garibaldino Vincenzo Di Rienzo, classe 1841, è presente a Teano al famoso incontro tra Giuseppe Garibaldi e il re Vittorio Emanuele II. È medaglia d’argento al valor militare per le campagne 1866- 1870 del nuovo Regno d’Italia. In realtà, i Di Rienzo sono successivamente presenti a tutti i principali avvenimenti della storia d’Italia: la Terza Guerra d’Indipendenza, la conquista della Libia, la Prima Guerra Mondiale, la guerra civile spagnola, la conquista dell’Etiopia e la Seconda Guerra Mondiale. Una curiosità. Nella Grande Guerra, il contingente complessivo dei “discendenti di Renzo” è pari, da solo, a ben il 5% del totale dei militi inviati sul fronte dall’intera comunità capracottese: 31 su 663 soldati. Tre muoiono per i combattimenti, quattro restano feriti e uno risulta disperso. Matteo Di Rienzo viene ferito per ben due volte durante altrettanti attacchi alla baionetta contro le postazioni nemiche e riceve una medaglia al valor militare per aver portato in salvo un proprio commilitone nel campo italiano sotto il tiro degli austriaci.
… e di oggi. Il cognome Di Rienzo è, tra quelli storici, uno dei pochi ancora presenti a Capracotta. Le famiglie Di Rienzo residenti oggigiorno in paese sono quindici. Molte di più sono quelle sparse per il mondo per effetto di un massiccio fenomeno emigratorio iniziato nel lontano 1870 e proseguito fino agli anni Sessanta del secolo scorso. Tra gli esponenti “moderni” del cognome Di Rienzo, ne ricordiamo tre in particolare: il pittore Carmine Di Rienzo, il sarto Sebastiano Di Rienzo e l’autore Matteo Di Rienzo.
Carmine Di Rienzo è nato a Minervino Murge, in provincia di Bari, nel 1884. Ha compiuto gli studi artistici all’Accademia di Belle Arti di Napoli, all’Istituto Superiore d’Arte di Venezia e a Roma, per l’arte incisoria, presso lo studio del professor Giulio Bars. Ha partecipato a numerose e importanti competizioni artistiche nazionali ed internazionali con diverse opere che fecero scalpore per l’epoca. È stato membro dell’Accademia Tiberina e dell’Accademia Columbian di St. Louis (Usa). È deceduto a Roma nel 1970.
Sebastiano Di Rienzo, in arte Seby, è nato a Capracotta. Coltiva fin da ragazzo la passione per la moda. Si trasferisce a Roma in tenera età. A 23 anni apre la sua prima sartoria nella Capitale. Nel 1976, viene nominato membro dell’Accademia dei Sartori, di cui diviene nel tempo consigliere, docente, vicepresidente e presidente. Nel 1996, organizza a Capracotta, per i suoi 40 anni di attività, una sfilata- evento con indossatrici di professione e con la partecipazione di Anna Valle, allora miss Italia. Dal 2003 al 2011 è segretario generale della federazione internazionale dei Sartori. Il 25 agosto dello scorso anno, organizza lungo la scalinata della Chiesa Madre un altro evento destinato a passare alla storia: una sfilata di abiti da sposa d’epoca.
Matteo Di Rienzo è nato a Capracotta. Sociologo, ha collaborato per diverso tempo con alcune testate giornalistiche molisane. Scrive ed edita da ben 13 anni “Il Diario di Capracotta: fatti e curiosità di un anno” in cui registra e tramanda ai posteri tutti gli avvenimenti avvenuti alle falde del Monte Campo nei dodici mesi precedenti. La presentazione del volume è uno degli eventi più attesi e più seguiti dell’estate capracottese.
Francesco Di Rienzo