Le origini. Il cognome Mosca deriva dal soprannome del capostipite; soprannome che si richiama espressamente alle caratteristiche del piccolo insetto omonimo. Michele Francipane, autore di un pregevolissimo “Dizionario ragionato dei cognomi italiani”, a proposito del cognome Mosca scrive: «Attestatosi nel Medioevo e diffusosi come soprannome, forse per le qualità non troppo positive dei primi portatori ritenuti molesti, appiccicosi, fastidiosi, sgraziati, volubili e incostanti come l’insetto omonimo (qualità sfumate o scomparse nelle generazioni successive)».
Prima attestazione. La prima attestazione del cognome a Capracotta risale alla Numerazione dei Fuochi del 1561, cioè il censimento fiscale delle famiglie residenti. Lo studioso Luigi Campanelli, nel suo volume “Il Territorio di Capracotta” del 1931, nel proporre un saggio molto rapido di nomi e cognomi cittadini dell’epoca, ricorda soltanto una donna legata in qualche modo al cognome in questione. Il testo è rigorosamente in latino, la lingua della burocrazia dell’epoca: “Desiata relicta q.m Antonii Mosche”, cioè Desiata vedova del fu Antonio Mosca. Ovviamente, la testimonianza campanelliana non ci fornisce alcuna informazione sulla consistenza numerica del cognome nella comunità capracottese del Cinquecento e neppure l’attività economica e lo status sociale dei suoi esponenti.
La Casa d’Urslingen. Agli inizi del Seicento, giungono a Capracotta due fratelli: Giovanni e Berardino Mosca. Provengono da Pescocostanzo. I Benedettini di Montecassino hanno locato loro la riscossione delle rendite e dei terraggi in derrate da una trentina di famiglie di coloni che coltivano il feudo ecclesiastico di Vallesorda. Hanno origini nobilissime. Discendono da Corrado d’Urslingen (1150 circa- 1202): cavaliere tedesco, discendente dei signori d’Urslingen, per due volte Duca di Spoleto, è un fedelissimo della dinastia imperiale Hohenstaufen. Corrado d’Urslingen, per il suo spirito estroso e forse anche irrequieto, viene soprannominato “Mosca in cervello”, soprannome che trasmette ai suoi discendenti diretti. Nel Trecento, i Mosca sono già stabilmente insediati a Pescocostanzo con rango nobiliare. Vivono e prosperano al di là del Sangro specializzandosi nell’arte delle sculture lignee e nelle lettere. Il ramo molisano, invece, ha minor fortuna: in pieno Quattrocento è già quasi estinto.
I Mosca capracottesi. Nella Numerazione dei Fuochi del 1732 e nel Catasto Onciario del 1743, il cognome Mosca “conta” due famiglie con trentatré componenti. Ci sono, tra gli altri, due locati nella Regia Dogana di Foggia, un sacerdote, un farmacista e un medico. Non sappiamo se tra le due famiglie registrate in quel lasso di tempo intercorrono rapporti di parentela. I Mosca stringono vincoli matrimoniali con le famiglie più ricche e importanti di Capracotta: Baccari, Castiglione, Conti, Di Maio, Di Tella, Melocchi, ecc. Appartengono, infatti, a quel ristretto gruppo di famiglie agiate che monopolizzano i più importanti incarichi istituzionali cittadini e hanno saldamente in mano le leve del potere sociale ed economico all’interno della comunità capracottese. Giovanni Mosca, nel 1743, vive insieme ai fratelli nell’edificio che oggi ospita la Residenza per Anziani, l’ex Asilo d’Infanzia, e ha un patrimonio davvero cospicuo. È anche signore del feudo di Pietraferrazzana, ora piccolo paese in provincia di Chieti ma a quel tempo centro importante nella valle media del Sangro. Nel 1742, il capofamiglia dell’altro fuoco, Nicola Mosca, ricopre l’incarico di cancelliere dell’Università, cioè di segretario comunale. In quell’anno, trascrive in maniera certosina tutti i documenti amministrativi presenti presso l’archivio comunale e li raccoglie in un unico testo: il Libro delle Memorie, che, pur se menomato dalle vicende storiche successive, costituisce tuttora la fonte più preziosa della storia di Capracotta.
Personaggi illustri. È impossibile citare tutti gli esponenti illustri della famiglia Mosca. Nel 1807, Giuseppe Mosca è il primo sindaco di Capracotta dopo il riordinamento amministrativo francese del Regno di Napoli. Ricopre il medesimo incarico nel quadriennio 1818- 1822. Nel campo ecclesiastico, Francesco Mosca è economo curato della Chiesa Madre nel 1734, Diodato Mosca nel biennio 1773- 1774. Il personaggio universalmente più famoso di questa Casata è, però, senza dubbio Tommaso Mosca (1859- 1927). Già procuratore generale di Cassazione e giurista di larga fama, viene eletto ripetutamente al Consiglio provinciale (dal 1910 al 1919) e alla Camera dei Deputati del Regno d’Italia (dal 1909 al 1919). È sepolto a Capracotta nella tomba di famiglia. Infine, ricordiamo Pasquale Mosca (1895- 1960), avvocato e questore a Campobasso nell’immediato Secondo Dopoguerra (1945), e Ugo Felice Mosca, già avvocato patrocinante in Cassazione e promotore della raccolta di alcuni testi storici custoditi presso l’archivio comunale negli anni Settanta del secolo scorso.
Francesco Di Rienzo