Qualche anno fa, Antonio Virgilio Castiglione, avvocato argentino di origini capracottesi, invia al giornale argentino Clarìn un resoconto del suo viaggio a Capracotta, nel 2008, senza molte aspettative di pubblicazione. Il 2 giugno scorso, invece, con grande sorpresa, scopre che è stato pubblicato nell’inserto “Viaggio e Turismo”. Lo pubblichiamo nella traduzione italiana di Francesco Di Rienzo.
Avevo a lungo sognato di conoscere il paese dei miei antenati. Alla fine, cinque anni fa, ho potuto realizzare questo sogno: con mia moglie abbiamo trascorso tre giorni meravigliosi a Capracotta, fondata oltre 1.250 anni fa tra le montagne di Isernia, in Molise, a 200 km da Roma, Italia.
Angelo Conti, con quale ho un trisavolo in comune- e la sua famiglia ci hanno ospitato a casa loro. La sua attenzione è stata straordinaria. Quando passeggiavamo per il paese e i suoi dintorni, ci hanno impressionato il bellissimo paesaggio, i mulini a vento che producono energia eolica, i tratturi- i sentieri che nei secoli venivano utilizzati per spostare le pecore in inverno dalle montagne, a Capracotta, alle aree basse della Puglia- e le capanne di pietra dove i pastori si rifugiavano.
Nel municipio, che si trova in un palazzo del XVI secolo, siamo stati accolti gentilmente dal sindaco, ci hanno presentato i libri di fotografia e la storia della città e ci hanno fatto conoscere l’edificio e la sala consiliare. Abbiamo visto le case dove sono nati nel 1857 i miei bisnonni e molte persone, tra cui alcuni parenti lontani che ci hanno invitato a casa loro. I nostri interlocutori ci hanno chiesto dell’Argentina, i nostri antenati immigrati e la loro vita in Sudamerica. In tutte le abitazioni, abbiamo notato come in estate accatastano la legna per accendere il cammino durante l’inverno. Abbiamo visitato la chiesa di Santa Maria e il santuario della Madonna di Loreto (protettrice dei viaggiatori) del 1664 e il Monumento all’Emigrante.
Però, la cosa più emozionante è accaduta l’ultimo giorno. Da alcuni paesi limitrofi, si organizzarono e 16 persone vennero a Capracotta in tre veicoli. Aveva prima contattato i nostri padroni di casa per avvisarli che sarebbero arrivati al mattino. Eravamo preoccupati dal pensiero che tanta gente sarebbe arrivata nello stesso tempo nella casa della famiglia che ci ospitava. Abbiamo fatto una lunga chiacchierata famigliare, abbiamo preso numerose foto e ci hanno invitato a pranzare. Erano presenti i parenti da Baranello, Campobasso, Pollutri e anche da Roma.
Devo confessare che quando ho provato a ringraziarli per l’invito, ho sentito un groppo alla gola. Non riuscivo a parlare e ho pianto per l’emozione di stare con quelle persone che, anche se non sapevano bene, avevano radici comuni con noi. Ho scoperto che Nunziatina è il membro della famiglia che in Italia – come io qui- si occupa di raccogliere e archiviare documenti, lettere, fotografie e antenati in un libro sull’immigrazione italiana in Argentina.
Antonio Virgilio Castiglione