Francesco Di Rienzo: Iniziamo la cerimonia di premiazione vera e propria con due fratelli: Loreto e Luca Beniamino. Noi, per una questione formale, ne premieremo uno solo ma ovviamente il riconoscimento si estende anche all’altro: Loreto, titolare dell’azienda agricola “Le Miccole”. Loreto, ti faccio una domanda molto personale. Ricordo che mia nonna mi raccontava sempre che da giovane andava a “zappare la terra”, come si dice da queste parti per indicare il mestiere del contadino. E ricordava sempre le enormi difficoltà nel coltivare il terreno a causa delle avverse condizioni meteorologiche e della difficile natura del suolo. Ma come vi è venuto in mente di investire tempo e risorse in questo settore?
Loreto Beniamino: La scelta di investire sul territorio è stata ponderata ma anche naturale perché abbiamo realizzato proprio quello che abbiamo visto fare ai nostri nonni: coltivare la terra spontaneamente. Lo facevano quotidianamente malgrado l’enorme fatica e le ostilità del terreno con un sorriso sulle labbra. Per quanto i tempi erano veramente magri, hanno tirato avanti i loro figli facendoli studiare e andare avanti nella vita: quelli che sono i nostri genitori. Non ci ha mai spaventato l’idea di coltivare i nostri terreni pieni di rocce e con mille problemi, dalle grandinate alla presenza di forti pendenze, anche per l’amore per Capracotta. Io per questo paese morirei. Siamo un’impresa famigliare in espansione. Produciamo quello che il suolo in passato offriva alle famiglie per andare avanti o, come si diceva prima, per “tirare a campare”. Il nostro fiore all’occhiello è una produzione di nicchia della lenticchia di Capracotta. Quest’anno siamo riusciti a coltivarne ben 10 ettari. È un prodotto particolarissimo e saporitissimo che solo il nostro posto poteva darci: un prodotto che contiene quella capracottesità che portiamo in giro per la regione, la nazione e all’estero.
Francesco Di Rienzo: Beh, io sono il segretario dell’Associazione “Amici di Capracotta”, quindi posso anche raccontare qualche segreto delle riunioni del Direttivo che sono state convocate per decretare i vincitori del premio dell’Eccellenza. Ogni socio ha proposto alcuni nomi. La discussione è stata molto accesa. Quando è stato avanzato il vostro nome, testualmente “i due ragazzi”, immediatamente si è raggiunta l’unanimità su questa proposta. Questo è un segnale dell’ottimo lavoro che avete svolto finora e di come esso viene percepito all’esterno. Un dato positivo, non credi?
Loreto Beniamino: Questa notizia mi riempie di gioia e, se mi permetti, anche di commozione. Siamo commossi perché siamo arrivati fin qui per le nostre idee e la nostra testardaggine, soprattutto di mio fratello. Abbiamo trovato tanti ostacoli sul nostro percorso: una burocrazia asfissiante e una carenza di ascolto da parte dell’amministrazione pubblica. La Regione Molise deve assolutamente intervenire per snellire le procedure burocratiche. I giovani devono essere messi nelle condizioni migliori per poter investire. Senza i nostri genitori, che ci hanno aiutato economicamente, non saremmo riusciti ad arrivare a questo punto. Abbiamo iniziato tre anni fa con un vecchio trattore cingolato del 1956: occorrevano un paio d’ore soltanto per portarlo sui terreni. Alla fine, però, ce l’abbiamo fatta: ci stiamo espandendo dal punto di vista geografico, di marketing, comunicazione ed esportazione.
Francesco Di Rienzo: Invito Luca sul palco per la premiazione. Luca hai qualcosa da aggiungere?
Luca Beniamino: No, credo che mio fratello abbia riassunto bene la nostra filosofia, il nostro modo di vedere le cose, di pensare e agire. L’obiettivo è quello di far riscoprire gli antichi sapori delle nostre colture endemiche e far apprezzare dei prodotti eccezionali sotto il profilo gastronomico.
Francesco Di Rienzo: Nel segno del recupero e della promozione dei valori, delle tradizioni, della storia, degli usi e dei costumi della civiltà capracottese, conferiamo, ai sensi dell’articolo 4 dello Statuto, il Premio “Eccellenza Capracottese” al Sig. Loreto Beniamino per la determinazione nell’aver voluto investire sogni e risorse in paese rilanciando le produzioni agricole tipiche del territorio secondo le tecniche e i segreti tramandati dai nostri antenati.