A Capracotta, è in uso da diverso tempo la tradizione di festeggiare l’anniversario dei 50 anni. In genere, si organizzano importanti riunioni dei festeggiati e donare un ricordo dell’evento. Noi nati nell’anno 1946, preferimmo lasciare alla comunità tutta un elemento di arredo urbano che potesse rimanere nel tempo. Decidemmo di realizzare una fontana e scegliemmo questo angolo di paese perché, dopo l’abbattimento della torre medievale avvenuto una cinquantina d’anni fa, era diventato vuoto: non diceva più nulla.
Nel nostro piccolo, abbiamo cercato di recuperare alcuni elementi della storia e della tradizione della nostra cittadina. La fontana si inserisce nel circuito della vecchia torre. La forma ad anello, invece, si ispira a quei castelletti di cui è particolarmente il nostro territorio soprattutto nei pressi del Monte Campo. Si tratta dei ricoveri che i contadini costruivano con le grosse pietre in eccesso tolte dai campi da arare. Anziché buttarle, le usavano per creare delle strutture circolari, tipo trulli per intenderci, nelle quali potevano lasciare i viveri da consumare nel corso della giornata di lavoro o i neonati avvolti nelle fasce.
Nella teca, che rappresenta un po’ l’ingresso del trullo, ho voluto inserire due tracce importanti della storia di Capracotta: una copia della Tavola Osca, una lamina votiva in bronzo di epoca sannitica ritrovata nel 1848 nei pressi della Fonte del Romito, e una riproduzione della vecchia torre che, a suo tempo, ci è stata regalata da un carissimo amico, Antonio la Parrocchia, che oggi non c’è più. Vorrei che gli venisse tributato un forte applauso: sicuramente ci starà guardando dall’alto. Grazie
Totore Santilli