La famiglia Piscicelli è di origine antichissima e godette nobiltà in Napoli, dove fu ascritta al seggio di Capuana. Il cognome Capece venne aggiunto e anteposto al proprio, in seguito all’aggregazione, nel 1584, della famiglia al Monte dei Capece, un’istituzione che assicurava alle fanciulle una dote o una rendita, e ai cadetti, oltre la rendita, l’accompagnamento verso una carriera militare, civile o ecclesiastica. Perfino Dante Alighieri, nominò questa famiglia tra le “nobilissime” del Regno di Napoli. Le notizie più remote risalgono al 977, epoca in cui visse Leodoro Piscicelli, generale della cavalleria di Basilio il Grande.
Verso la fine del XVII secolo, la famiglia acquistò il feudo di Capracotta ed il re Carlo di Borbone, nell’ottobre del 1674, conferì ad Andrea Capece Piscicelli, il titolo di duca di Capracotta, titolo che diversi anni dopo, in seguito alle inevitabili vicende feudali che vedevano il continuo avvicendarsi delle famiglie nella titolarità dei feudi, venne nuovamente concesso al nipote, Giuseppe Capece Piscicelli. L’ultimo duca di Capracotta che portò il cognome Capece Piscicelli, fu Antonio (+ 1839) che morì senza eredi. In seguito al matrimonio, celebrato nel 1804, della sorella Beatrice con Giacomo Piromallo, il titolo di duca di Capracotta si trasferì in questa famiglia (per riconoscimenti ottenuti nel 1887 e nel 1891), i cui discendenti, attualmente, risiedono a Roma.
Il duca di Capracotta possedeva molte greggi (nel 1700 il duca e la duchessa di Capracotta censirono rispettivamente 14.900 e 6.900 pecore) che dal paese molisano scendevano a svernare nelle terre fiscali del Tavoliere. Dal 1690 fino al oltre il 1760, il nome del duca e della duchessa di Capracotta furono registrati tra i maggiori locati della Dogana di Foggia.
Il palazzo ducale si trovava nell’attuale piazza Stanislao Falconi. Questa dimora, tuttavia non fu mai residenza della famiglia, la quale era solita affidare ad un governatore o erario, normalmente scelto tra i membri delle famiglie più eminenti di Capracotta, l’amministrazione dei propri beni. L’unica a soggiornarvi, sia pur per brevi periodi di villeggiatura, fu Mariangela de Riso, moglie del duca Carlo, che ne arredò l’interno con molti mobili di pregio. Una parte del palazzo ducale venne donata dalla de Riso, insieme ad altri beni, al dottor Diego di Ciò, suo amministratore in quel periodo. La restante parte fu acquistata, nel 1854, dal capracottese Stanislao Falconi, che lo lasciò a suo figlio Federico. Gli eredi di quest’ultimo, i Greco, lo vendettero al Comune di Capracotta che ne fece la sede dell’attuale Municipio.
Alfonso di Sanza d’Alena