Alfonso Di Sanza
Alfonso Di Sanza vince la quarta edizione del concorso letterario di Capracotta: “70 anni di Ricordi: 1943- 2013”. Il suo testo “Tempi di guerra: l’incontro con i tedeschi a Capracotta” si è posizionato sul gradino più alto del podio. Al secondo posto, Claudio Esposito con “La bambola di pezza”. Terzo posto ex aequo per Annina Di Rienzo e Adele Paglione in gara, rispettivamente, con “Autunno del ’43” e “Il coraggio di nuove vite”. La commissione, composta dall’assessore alla Cultura Maria D’Andrea, dallo storico Fernando Cefalogli e dal giornalista Pasquale Damiani, si è riunita sabato 12 ottobre presso la sala consiliare del Comune di Capracotta. L’iniziativa è stata organizzata, infatti, dall’amministrazione comunale in collaborazione con la Pro Loco.
Di seguito, le motivazioni dei testi vincitori:
1) “Tempi di guerra: l’incontro con i tedeschi a Capracotta” di Alfonso Di Sanza: «Breve racconto che ha tutti gli elementi della buona letteratura a cominciare dalla scrittura piana, semplice e scorrevole. Il testo ha la capacità di suscitare emozioni laddove il giovane protagonista sceglie di prestare soccorso ad alcuni “nemici” in pericolo di vita per un incidente e laddove i “nemici” stranieri ringraziano con gesti delle braccia e semplici sguardi. E’ il trionfo della parte migliore dell’uomo con implicito il messaggio-augurio che essa prevalga sempre».
2) “La bambola di pezza” di Claudio Esposito: «Il racconto in prima persona al femminile (di un autore maschio) ci introduce nel mondo di una bambina che vive sulla propria pelle tutto l’intero dramma della guerra che sconvolge sia le cose, sia le persone anche nella loro sfera intimistica. La bambina è sola e affida ad una bambola di pezza le sue paure, i suoi ricordi, i suoi sogni in un afflato che durerà fino all’età adulta. E quando è invasa dalla nostalgia, questa viene vissuta non come una patologia, ma viene vista come uno sprone per andare avanti; è la lezione di Ulisse descritta con toccanti parole».
3) “Autunno del ’43” di Annina Di Rienzo: «Un racconto delicato fatto di ricordi e pensieri, dipinto con l’affetto delle persone care, le ansie di chi ricorda quei tragici momenti, di quanto sofferenza patita. Le descrizioni, pur nella loro semplicità, sono veramente poetiche. Dove c’è l’amore per la propria terra non c’è limite né distanza».
3) “Il coraggio di nuove vite” di Adele Paglione: «Esperienza diretta di chi scrive e ricordi familiari sono il contenuto di questo racconto di vita vissuta. Si tratta di episodi di guerra ai quali si aggiungono vicende altrettanto tristi dell’emigrazione. Il tutto è scritto in maniera chiara e brillante che in certi momenti, specie nel ricordo del distacco dal “borgo natio”, raggiunge livelli di alto lirismo. L’emigrazione, pur drammatica, è vissuta come una necessità per dare un’istruzione e un avvenire ai figli, nella struggente consapevolezza che il proprio paese non abbia l’organizzazione idonea allo scopo».