Nel suo ultimo giorno da presidente del Consiglio dei ministri, Enrico Letta ha firmato l’aggiornamento del piano d’emergenza per il rischio vulcanico del Vesuvio. Il documento definisce i gemellaggi tra i 25 Comuni della cosiddetta “Zona Rossa”, cioè quella più a rischio in caso di eruzione, e le Regioni italiane e le Province autonome di Trento e Bolzano destinate ad accogliere la popolazione vesuviana evacuata. Il Molise ospiterà il Comune di Massa di Somma, il più piccolo dei 25 Comuni dell’hinterland napoletano a rischio in caso di risveglio del Vesuvio. Massa di Somma si trova alle pendici del massiccio Somma- Vesuvio, a nord- ovest del vulcano, a 175 metri sul livello del mare. Ha una superficie di 3,03 chilometri quadrati e una popolazione di appena (per la provincia di Napoli!!!) 5.479 abitanti secondo l’ultimo bilancio demografico mensile dell’Istat relativo al periodo gennaio- agosto del 2013.
La storia di questa cittadina è strettamente intrecciata a quella del Vesuvio essendo stata sistematicamente distrutta dalle violente eruzioni del vulcano del 1631, 1757, 1872 e del 1944. In seguito all’eruzione del 1872, la sede comunale è stata trasferita in una frazione più a valle, Cercola, fino addirittura a perdere formalmente l’autonomia amministrativa in favore di quest’ultima cinque anni più tardi. Da allora, Massa di Somma è ritornato Comune autonomo soltanto nel 1988. Non sappiamo in base a quali criteri i tecnici della Protezione Civile abbiamo abbinato la cittadina di Massa di Somma al Molise. Personalmente, mi piace immaginare che ci abbia messo lo zampino il Destino visto che Massa di Somma è uno dei Comuni che ha, storicamente, fortissimi legami con la nostra Capracotta. A Massa di Somma, esiste tuttora una antica villa rustica denominata “Palazzo Capracotta”, appartenuta fino agli anni immediatamente successivi alla fine della Seconda Guerra Mondiale ai duchi di Capracotta: i Capece Piscicelli. Qui, gli esponenti della famiglia aristocratica napoletana venivano varie volte nel corso dell’anno a soggiornarvi per il clima mite e a controllare la produzione della ampia tenuta agricola. Ancora nel Palazzo Capracotta, sono nati e morti diversi nobili del Casato e duchesse consorti. Infine, nella Numerazione dei fuochi di Capracotta del 1732, cioè l’elenco delle famiglie per fini fiscali, è citata una donna, Teresa Manzo, figlia di Domenico e Catarina Battaglia “del casale di Massa di Somma”, e un’altra Nuntia Suriano, 36 anni, sposata con Michele Leone di Massa di Somma e residente col marito alle falde del Vesuvio.
Attualmente, a Massa di Somma, esiste ancora la villa rustica della famiglia Capece Piscicelli, seppur trasformata in edificio condominiale, una “via Capracotta” che conduce all’ex palazzo nobiliare e il modo di dire «M’ par’ proprie nu duca ‘e Capracotta» (mi sembri proprio un duca di Capracotta) per indicare una persona ricca e sfarzosa.
Francesco Di Rienzo