Mentre in alcuni testi il fuoco è indicato come il nucleo degli abitanti che convivevano avendo in comune non solo il focolare ma anche le attività lavorative ed il focatico era la tassa che ogni fuoco pagava, nella Numerazione dell’anno 1732 il fuoco è sia la tassa che il nucleo suddetto. Logicamente più famiglie legate da vincoli di parentela potevano costituire un solo fuoco con vari sottofuochi e dunque insieme pagare un solo fuoco.
La tassazione non teneva conto dei redditi complessivi né teneva conto delle persone che costituivano il fuoco, né della professione ma era uguale per ogni fuoco: ad esempio Giovanni Mosca con il fuoco più numeroso formato da 26 persone pagava la stessa tassa di un fuoco formato da una persona. Non era una tassa equa e successivamente si passò ad una tassazione diversa ma riferita alla consistenza degli immobili e dei capitali: vennero introdotti così i catasti onciari come ad esempio quello di Capracotta del 1743, conservato presso l’Archivio Storico di Napoli.
Nell’introduzione alla Numerazione del 1732 è stabilito anche l’ammontare della tassa per fuoco, vale a dire 38 carlini cioè 3,8 ducati, mentre per ogni tomolo di territorio si dovevano pagare 6 grana cioè 1,2 carlini, vale a dire circa la trentunesima parte di un fuoco; non sono sottoposte a tassa la proprietà della casa e quella degli animali. L’ esigua tassa sui tomoli di terreno è l’indice significativo che l’economia di Capracotta non era legata all’agricoltura ma alla pastorizia ben più redditizia. Erano esentati dal pagamento della tassa, i poveri, alcune vedove e i sacerdoti intestatari di fuoco.
Il primo fuoco della Numerazione è intestato a Francesco Potena e l’ultimo al Duca che è l’unico senza cognome , senza nome e senza composizione della famiglia. Il documento originale, per ogni fuoco, presenta una descrizione a destra con notizie riguardanti la situazione familiare, l’età dei componenti, la professione, la provenienza, l’anno del matrimonio dei nuclei costituenti il fuoco (non sempre registrato), i figli e le figlie e i non conviventi appartenenti alla famiglia. Questa descrizione non è stata da me riportata fedelmente perché ho aggiunto altre notizie ricavate dalle altre fonti. Nella parte sinistra, c’è la composizione del fuoco, con indicazioni riguardanti la casa, i conviventi, il pagamento del fuoco, il possesso di altri immobili oltre la casa, il possesso di animali; segue poi la descrizione dettagliata delle doti delle maritate.
Per quanto riguarda i componenti dei fuochi, escludendo quello del Duca, vi sono:
6 fuochi intestati a non residenti;
11 fuochi con 1 componente,
21 fuochi con 2 componenti,
37 fuochi con 3 componenti,
44 fuochi con 4 componenti,
42 fuochi con 5 componenti,
35 fuochi con 6 componenti,
28 fuochi con 7 componenti,
24 fuochi con 8 componenti,
18 fuochi con 9 componenti,
8 fuochi con10 componenti,
7 fuochi con 11 componenti,
3 fuochi con 12 componenti,
3 fuochi con 13 componenti,
1 fuoco con 14 componenti,
5 fuochi con 16 componenti,
1 fuoco con 17 componenti,
1 fuoco con 18 componenti,
1 fuoco con 21 componenti,
1 fuoco con 26 componenti.
Il fuoco più numeroso era quello di Mosca Giovanni con 26 persone, seguono con 21 Monaco Gioacchino, con 18 Falcone Pietro, con 17 di Tella Giacinto; invece c’erano 11 fuochi con 1 componente.
Domenico Di Nucci