È recentemente uscito in libreria l’ultimo lavoro letterario di Michele Meomartino, segretario organizzativo dell’associazione capracottese “Vivere con cura”: “Sogni condivisi”, Edizioni Tracce. Pubblichiamo la prefazione del volume curata da Maria Grazia Lopardi, presidente dell’associazione di promozione sociale “Pania Rei”.
E’ un sogno articolato e complesso il tema di fondo di questo libro che vuol essere un appassionato diario di come la vaghezza onirica possa trasformarsi in realtà, purché vi sia gente ancora disposta a mettersi in gioco per elaborare e sostenere un progetto oltremodo ardito, volto alla realizzazione di un mondo migliore.
La dimensione che i programmi televisivi ed i giornali propongono con crudezza rende utopistica l’idea di unirsi per sognare insieme e poi collassare, dalla dimensione ove tutto è compresente e possibile, un nuovo mondo dove vi sia rispetto per il pianeta e i suoi abitanti, dove non ci sia separazione, dove lo stesso essere umano non sia visto come un insieme di parti distinte, ma una unità interdimensionale.
Michele Meomartino in questo sogno ci crede e vi sta dedicando energie e entusiasmo raccogliendo chiunque voglia condividere valori e conoscenze, tentando di mettere da parte le pretese del piccolo ego per far emergere i talenti al servizio del progetto umanità.
Michele ci crede allorché organizza conferenze e convegni, ci crede quando è aperto ad incontri e luoghi anche lontani ovvero lancia l’appello con la sua capacità di organizzatore; e così ai primi frequentatori del Centro Olis – nella sua casa in mezzo alla natura- si aggiungono associazioni e professionisti con la loro carica umana, con le loro capacità per formare la ROA – Rete Olistica Adriatica-a cui ho volentieri aderito con l’Associazione PANTA REI dell’Aquila di cui sono presidente.
I sognatori si attraggono ed incontrano per una risonanza che li fa vibrare insieme, come note di una sinfonia; fortunatamente coloro che non si arrendono ad un mondo di violenza e sopraffazione e che sanno pur cogliervi la meraviglia di un’opera straordinaria che la vita ci ha affidato, mettono in comune la loro aspirazione al Bello, al Vero, al Buono, assecondando un movimento irrefrenabile alimentato da un vento di cambiamento, quello che antiche culture hanno preannunciato e datato. Michele Meomartino racconta la sua e poi nostra avventura, come in un diario di viaggio, immergendo il lettore in contesti e sensazioni, quasi pittore di quadri soffusi di poesia… già, poesia, perché quando il paesaggio si impone con la natura sfumata dai colori cangianti dello scorrere di ore e stagioni, le descrizioni suscitano emozioni, nutrono l’anima che, come dice …”non si cheta facilmente e ha bisogno di espandersi quasi a fondersi con il cielo”.
Il cammino è fatto di incontri, di momenti di gioiosa condivisione, anche di dolore come quando, dopo averlo avuto ospite nei convegni da Michele organizzati a giugno e a novembre 2013, il grande Lorenzo Ostuni lascia il corpo. Michele racconta il diffondersi su facebook della notizia dell’emorragia cerebrale che ha colpito il più grande esperto e raccoglitore di Simboli: ognuno a modo suo -con la preghiera, il Reiki, la meditazione- cerca di inviargli energia per riportarlo a noi così bisognosi del suo contributo…
La sua anima aveva deciso diversamente, ha varcato la soglia e senz’altro aiuta di lì i sognatori che per un po’ sono stati i suoi compagni di viaggio. L’avventura, che le pagine raccontano con la chiarezza di chi affida alla carta una esperienza vissuta, si delinea come un cammino fatto di passi progressivi e, se è vero che ogni lungo viaggio inizia con un passo, ebbene ogni storia narrata, ogni persona incontrata, ogni luogo visitato costituiscono un progredire in un processo di ideazione e realizzazione di una visione unitaria dell’esistenza.
Credo che vi sia un fondamentale punto fermo ben individuato nel testo: avere il coraggio di accettare le sfide della vita, di non rinunciare alla libertà nell’illusoria convinzione di sicurezza a placare l’angoscia dell’ignoto…”Quando un uomo rinuncia all’esercizio della propria libertà per timore, per pigrizia o per altro, baratta la più grande perla che Dio, la vita, poteva donargli”- osserva Michele, quasi ragionando con se stesso, mentre l’avventura nell’ignoto è l’opportunità che la vita ci offre per divenire pellegrini su “…percorsi d’amore consapevoli nella libertà”. Solo chi osa vivere collabora con il Creatore nel dare forma al teatro che ci accoglie sulla scena, solo chi non si fossilizza in un anfratto dove il fiume della vita ristagna e imputridisce, può affermare di vivere veramente e di partecipare al grandioso progetto della creazione. Insieme si crea quel che l’anima intuisce, la mente elabora e l’intero essere dotato di anima, mente e corpo può realizzare come se risultasse inscritto nel codice genetico dell’umanità, cercando di tenerlo indenne dalle insidie del piccolo ego che separa e crea pericolose opposizioni.
Se a questo può portare il risveglio delle coscienze, “Sogni condivisi” vuol semplicemente essere quel che il titolo promette, senza presunzioni e deliri di potenza: un sognatore in azione incontra altri sognatori che provano a condividere i loro sogni e a cercare di farne realtà. Sono i ricordi di Michele a sfilare davanti agli occhi della mente, …” a mitigare l’angoscia per il futuro o forse a illuminare i passi di chi coltiva la speranza, di chi avanza verso l’oltre…”. Proprio così, ma se un sogno è solo un sogno, un sogno condiviso è quasi realtà. E allora il diario di storie care, vicine e lontane di Michele Meomartino ha l’effetto di suscitare ottimismo e fiducia. La storia continua e sarà quella che tutti insieme sapremo realizzare.
Maria Grazia Lopardi