Il giorno 20 gennaio ricorre a Capracotta la festa del santo patrono: san Sebastiano. Eppure, in questa data, la Chiesa Cattolica celebra il culto anche di un altro importante santo, poco noto a Capracotta nonostante che nella Chiesa Madre siano custodite ed esposte alcune sue reliquie: san Fabiano, papa e martire del III secolo d.C.
Fabiano, in latino Fabianus (“appartenente alla gens Fabia”), fu eletto papa nel 236 in circostanze davvero eccezionali. Mentre i cristiani erano riuniti a Roma per scegliere il successore di Antero, videro una colomba posarsi sul capo di un semplice contadino, Fabiano. Questa scena ricordò a tutti i confratelli quella della discesa dello Spirito Santo sulla testa di Cristo tramandata nei Vangeli ed elessero all’unanimità, da laico, quell’umile uomo al soglio pontificio. Il nuovo Pontefice diede subito prova del suo valore, favorito anche da oltre un decennio di tolleranza religiosa negli anni degli imperatori Gordiano III e Filippo l’Arabo. Intrattenne rapporti con i cristiani dell’Africa e dell’Oriente, divise Roma in sette distretti e fece riesumare il corpo di papa Ponziano, morto l’anno precedente nelle miniere della Sardegna, e traslare nelle catacombe di san Callisto a Roma.
Nel 249, però, questo generale clima di tolleranza verso i cristiani mutò radicalmente. In quell’anno, infatti, l’imperatore Filippo l’Arabo fu sconfitto e ucciso nei pressi di Verona dagli eserciti del suo rivale Decio. Il nuovo imperatore puntò a risollevare le sorti dell’Impero affidandosi al ripristino della tradizione, tra cui l’antica religione romana. Decio impose che ogni cittadino romano avrebbe dovuto proclamare solennemente e pubblicamente, cioè attraverso un sacrificio, la propria devozione agli dei pagani. Chi si sarebbe rifiutato, sarebbe stato dichiarato fuorilegge e nemico dello Stato. Alcuni cristiani abiurarono il loro credo, riabbracciando il paganesimo. I più ricchi pagarono fior di quattrini agli ufficiali imperiali pur di evitare la prova del sacrificio e salvare anima e vita allo stesso tempo. Molti altri rifiutarono ogni scappatoia e affrontarono il martirio. Fabiano fu imprigionato nel carcere Tullianum. Vi morì il 20 gennaio del 250 per la fame e gli stenti: il corpo fu sepolto nelle catacombe di san Callisto, lungo la via Appia, e venerato come martire.
Nel XV secolo le sue ossa furono donate alla città di Cuneo in cambio di quelle di san Sebastiano, richieste per essere collocate nella nuova chiesa dedicato a questo santo. Attualmente, le ossa di san Fabiano sono custodite presso la cappella delle reliquie del Museo diocesano della Diocesi di Cuneo presso la chiesa di san Sebastiano. La sua testa, invece, è conservata nella Cappella Albani della Basilica di San Sebastiano fuori le Mura a Roma. E anche a Capracotta le reliquie del Papa martire sono strettamente collegate alla figura di san Sebastiano: sono custodite in uno “scarabattolo” dorato, collocato ai piedi della statua del Santo milanese nella nicchia del transetto destro della Chiesa Madre.
Francesco Di Rienzo