Radere al suolo il Colosseo e piantare al suo posto alberi o, in alternativa, trasformarlo in una sorta di museo antropologico “vivo” per commemorare i popoli conquistati con le armi sui campi di battaglia e trucidati nei giochi gladiatori dagli antichi Romani. Sono, tra le varie cose, due singolari proposte avanzate dal presidente dell’associazione “Vivere con Cura” di Capracotta, Antonio D’Andrea, nella video- intervista del mese di marzo 2015 rilasciata al direttore del periodico “Il Bene Comune”, Antonio Ruggieri, dal titolo emblematico: «Il Colosseo, simbolo dell’Impero del male che andrebbe distrutto».
D’Andrea punta il dito contro la società maschilista patriarcale e fortemente militarizzata dell’antica Roma che avrebbe finito per caratterizzare negativamente le sorti di tanti piccoli popoli che «si stavano patriarcalizzando anche se a tappe più soft». Per quanto riguarda specificamente il Colosseo, D’Andrea ricorda anche l’uccisione di tanti animali trasferiti dai luoghi d’origine per essere mandati a morire nell’arena per il gusto di morte dei discendenti di Romolo. L’ultimo pensiero è per l’ambiente.
«È stato visto che nel Colosseo- conclude D’Andrea- c’è la massima concentrazione di biodiversità di piante perché ogni animale esotico portava nel proprio pelo dei semi. Quindi, un’altra proposta è che il Colosseo potrebbe essere un parco nazionale della biodiversità dei popoli nativi con piante della pace e, in particolare, la menta: la famosa menta romana. Di fronte al Colosseo, nascono un sacco di piante di alloro: suggerirei di soffermarsi ad ammirare e stare vicino all’alloro che è la pianta della chiaroveggenza, della pace e della gioia».
Per vedere l’intervista completa:
https://www.youtube.com/watch?v=Cn_1w07zdZ4&feature=youtu.be