Un giorno, arrivati a Venafro, un paese dell’Alto Molise, Nicola avvicinandosi ad Alberto gli disse: «sai Alberto, nostro padre stava per scegliere Venafro come sede del suo lavoro. Se l’avesse fatto, avrebbe vissuto qui, forse sarebbe ancora vivo». I due fratelli si guardarono negli occhi e si capirono al volo. Il destino non lo volle. Tornando indietro verso Porto passarono per Capracotta, fermandosi ad ammirare i vasti panorami montagnosi dell’Alto Molise. Verso il tramonto rientrarono a Porto, trascorrendo il resto della serata passeggiando e chiacchierando lungo la strada che va verso Campo. L’ultima fermata della serata era davanti alla gelateria, dove ognuno prendeva il suo gelato preferito. La sera prima della partenza per il ritorno a San Severo, Angela e Lucia si trattennero con Alberto nella terrazza. Era già notte con un cielo pieno di stelle che Alberto guardava mentre Angela guardava Alberto. Lucia capì che doveva lasciarli soli. Disse loro che andava in cucina per bersi un bicchiere d’acqua. Angela si avvicinò ad Alberto e gli disse: «Alberto, voglio che tu sappia ch’io ti amo; ho cominciato ad amarti dal primo giorno che t’ho visto». Alberto l’aveva capito da molto tempo addietro, ma non osava baciarla per rispetto dell’amicizia. Angela, risoluta, col cuore che le batteva a mille all’ora, tutta tremante, lo baciò più d’una volta in bocca.
Matteo Casciato, “Alberto, ci sei riuscito”, Xlibris 2010