Caro Presidente, caro amico Lorenzo,
sono già trascorsi alcuni giorni dalla vittoria del centro sinistra e dal tuo insediamento al vertice di via Berta.
Le province, lo ricordavi tu stesso, sono in una delicatissima fase di transizione che porterà probabilmente alla loro scomparsa. Il loro ruolo va ridefinito e, per ora, mantengono solo alcune delle competenze (e della dotazione sia finanziaria che di personale) delle “antiche” amministrazioni provinciali. Tra queste, tuttavia, ce n’è una che mi sta particolarmente a cuore: l’organizzazione del piano neve.
I motivi del mio interesse sono facilmente intuibili: vivo e lavoro tra i paesi più “alti” e disagiati dell’appennino; di Capracotta sono stato orgogliosamente sindaco. Da rappresentante ai massimi livelli istituzionali regionali ho sempre portato avanti la causa delle aree interne. Vivo dunque quotidianamente le difficoltà che, specie di inverno, le nostre realtà si trovano a dover fronteggiare. Purtroppo, dalle nostre parti la neve che sembrava potesse essere una risorsa, è tornata ad essere vista come un problema, a differenza di quello che accade altrove.
Ecco, quello che ti chiedo, caro Lorenzo, nel rinnovarti gli auguri di buon lavoro, è un impegno speciale per le nostre aree interne, per le nostre montagne. Perché le difficoltà vengano affrontate con responsabilità – come del resto fatto con la recentissima nevicata, il giorno dopo il tuo insediamento – e perché dalle apparenti difficoltà si possa trarre occasione per guardare avanti.
In effetti, alla prima prova hai fatto quello che, obiettivamente, era possibile fare con il poco che avevi a disposizione. E di questo sono grato, come cittadino e come ex amministratore, ai pochi autisti della nostra provincia rimasti ad operare e alle imprese private che hanno lavorato per oltre ventiquattrore, senza risparmiarsi. Adesso, però, la sfida è un’altra: provare a fare di più e a creare un clima di rinnovata fiducia nelle nostre popolazioni, tra i lavoratori e gli studenti pendolari e le persone anziane che ancora abitano le nostre montagne. E la fiducia riparte se le nostre popolazioni, tra le altre cose, potranno avere la certezza – non la semplice speranza – che nei momenti più difficili, quando appunto la bufera di neve impedisce ogni forma di mobilità, allora c’è comunque qualcuno che si prende cura di chi è in condizioni di bisogno. Riacquistare questa fiducia equivale a non avere più paura delle bufere e a guardare nuovamente alla neve come una opportunità e non come una sciagura. Occorre personale esperto e qualificato per guidare i mezzi che liberano le strade dalla neve, occorrono mezzi moderni e risorse adeguate. Spero, per questo, che non vada disperso l’enorme patrimonio di esperienze e di competenze che nei decenni passati è stato acquisito dal personale che ha prestato la propria opera al servizio della nostra Provincia. E’ senz’altro giusto fare ogni sforzo per eliminare le spese superflue, ma non è certamente corretto immaginare di creare risparmi ed economie andando a diminuire la sicurezza dei cittadini e, in questo caso, di quelli che vivono nei territori più difficili. So che tutto questo non è facile, soprattutto di questi tempi. Ma tu sei attrezzato per farlo, anche nel poco tempo che avrai a disposizione.
Con stima e affetto
Candido Paglione
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