In occasione dell’anniversario della prematura scomparsa dell’ex calciatore del Taranto e nostro compaesano Erasmo Iacovone, pubblichiamo il bellissimo tema con cui lo studente Gianluca Gira ha vinto il concorso letterario “Il nostro Taranto” per le Scuole secondarie di secondo grado, iniziativa inserita nel progetto “UN FUTURO ROSSOBLU: Scuola e Formazione” che la Fondazione Taras e il Taranto FC 1927 hanno realizzato con le scuole medie e superiori di Taranto e provincia. Ringraziamo la Fondazione Taras per averci autorizzato a pubblicarlo sul nostro sito e condividerlo con la comunità capracottese.
Come ogni mito, anche quello di Erasmo lacovone è nato soprattutto dopo la sua prematura morte, mentre era ancora in attività. Oltre i dispiaceri personali e privati, a seguito della sua morte il dispiacere è stato grande per quel Taranto e i suoi tifosi che con lui lottavano per entrare nella massima serie italiana. La sua storia nel Taranto cominciò durante la stagione ’76-’77, segnò otto reti, tutte di testa, purtroppo era un giocatore un po’ cicciottello e goffo con la palla al piede e al momento del tiro, ma su elevazione e stacco era imbattibile e degno dei più grandi campioni e questo è rimasto impresso nella memoria dei più longevi tifosi tarantini.
Ricordo ancora quando mio nonno parlava con i suoi coetanei, a distanza di decenni, di come lacovone “volasse” nell’area di rigore e di come, secondo loro, giocatori del suo calibro ormai non ce ne siano più. Nella successiva stagione lacovone attirava a ogni partita sempre più tifosi e curiosi, arrivando quasi sempre a riempire lo stadio e portando l’ormai “suo” Taranto a lottare per la promozione. Non cresceva solo il Taranto e i suoi tifosi, cresceva calcisticamente e fisicamente anche lacovone, che diventava un attaccante sempre più completo: dimagrì, diventò più agile e veloce con la palla al piede, imparò a calciare come i migliori giocatori e a staccare ancora più in alto prima di impattare con il pallone.
Purtroppo la sua storia non ha un lieto fine, lacovone muore a stagione in corso e a soli 25 anni, lasciando sua moglie incinta e l’amaro in bocca a tanti tifosi. Non passa molto tempo e a lui viene intitolato lo stadio nel quale viene fatta costruire una statua in suo onore e una via adiacente ad esso. Il suo ricordo rimane indelebile nei tifosi che rimpiangono un giocatore come lui e ancora si domandano come sarebbe andata con lui alla guida della squadra; non c’è da meravigliarsi se ancora oggi si parla di quel giocatore che fece sognare, sperare e piangere una città intera.
Erasmo lacovone rivive ogni volta che un papà porta allo stadio il suo bambino per la prima volta e gli chiede chi sia l’”uomo della statua” e il padre, forse con un po’ d’orgoglio e forse un po’ di nostalgia, racconterà la storia di quel grande giocatore che lasciò il segno nelle menti e nei cuori dei tifosi e nella storia del club rossoblù.
Gianluca Gira
2-BL “I.I.S.S. Augusto Righi”