Ho deciso di raccontare e di ripercorrere, seppure in ritardo, un tratto della mia breve e dell’altrui attività calcistica quando, dopo circa 30 anni, ho calpestato di nuovo l’erba del nostro “Iacovone” utilizzato in quel momento per una manifestazione agreste; con grande nostalgia mi è tornato in mente quando nel 1966, con un manipolo di amici, si diede vita allo “zoccolo duro” di una squadra di calcio che aveva come unico scopo quello di divertirsi sfidando squadre extracittadine e che poi in seguito per Capracotta ha rappresentato negli ’70-’80 un elemento di socializzazione e di orgoglio sportivo.
L’intento di esporre all’altrui attenzione i ricordi legati a qualcosa che ti appartiene risulta, molto spesso, assai imbarazzante e irto di difficoltà, si potrebbe cadere in un atteggiamento motivato da inclinazioni del tutto personali, perciò, cercherò di non cadere nella retorica ma semmai di precisare correttamente il mio pensiero su ciò che si è vissuto.
Venivamo invitati a partecipare ai vari tornei estivi, fra questi c’è da annoverare la Coppa Selvaggi di Vastogirardi, alcune squadre partecipanti, sulla carta, erano molto più forti e titolate della nostra (es: Pescolanciano, Isernia, Vastogiradi, Agnone, etc.); alcune rinforzate da calciatori appartenenti a squadre impegnate in campionati dilettantistici; ma il tasso tecnico, non altissimo del nostro gruppo, veniva sopperito dalla nostra grande forza di coesione, dall’orgoglio di primeggiare e dall’umiltà, che ci permisero di vincere per 4 (quattro) anni consecutivi dal 1974 al 1977 la Coppa Selvaggi.
Io ed Erasmo, futuro bomber del Taranto, nati tutti e due nel ’52 a Capracotta, per un breve periodo estivo nel mese luglio del ’72 ci allenavamo a Carovilli; lui, stufo di palleggiare da solo con il muro di Mario Paglione (nigghione) a San Giovanni, nel ’73 ha fatto parte della squadra di Capracotta durante il torneo estivo “Coppa Selvaggi”.
Era uno spettacolo vederlo giocare ma quello che impressionava era il suo micidiale stacco di testa che, purtroppo, noi e i suoi tifosi tarantini smettemmo di ammirare dal 6 febbraio 1978.
Il paese si svuotava per seguire la squadra e questo succedeva anche quando si giocava a Monteforte. Non voglio citare alcun giocatore in particolare per non rischiare di dimenticare qualcuno (lascio a un secondo scritto aneddoti e considerazioni sul Presidente Paglione Mario, su alcuni giocatori che hanno fatto parte della squadra e alcuni delle squadre avversarie).
Non posso però non affermare che quel gruppo sapeva perfettamente fondersi in un’unica entità, però un giocatore degno di nota con un grande bagaglio tecnico, oltre al compianto Erasmo, era Attilio Mosca che con le sue finte e i suoi dribbling ubriacanti era una delizia per i più fini palati vederlo giocare in campo, come pure non posso dimenticare quelli della squadra avversaria e fra questi il compianto Filippo Di Tella, mio omonimo e pure capitano!
In quegli anni d’oro il calcio per Capracotta rappresentò un evento aggregante e socializzante, basti pensare che ad Agosto veniva effettuato un torneo interno estivo a due gironi costituito da ben 16 squadre composte mediamente da 15/18 giocatori iscritti che facevano la bellezza di circa 250 atleti, come non ricordare le squadre come la PASSATELLA e il TNT oltre alle altre di cui momentaneamente mi sfuggono i nomi. Alla fine dei tornei trovare un filo d’erba sul terreno di gioco era come cercare un ago in un pagliaio.
Per alcuni anni a Capracotta si sono svolti vari tornei e Amarcord per ricordare Erasmo sul nostro campo sportivo a lui intitolato, come è da rimarcare che Taranto, oltre a intitolargli lo Stadio, gli ha dedicato toponomasticamente una strada prospiciente lo stadio e un monumento in bronzo per ricordarlo per la sua spontaneità e genuinità e tuttora, il giorno del suo compleanno che cade il 22 aprile, mi fa commuovere e impressionare che ci siano centinaia di tifosi che gli fanno gli auguri di compleanno su FB.
E’ incredibile il vuoto che Erasmo ha lasciato nei cuori tarantini, che continuano ininterrottamente a ricordarlo sugli spalti con bandiere e sciarpe a lui dedicate ogni volta che gioca il Taranto.
In occasione del 30° anniversario della morte di Erasmo, avvenuta il 6 febbraio 1978, si è deciso di ricordare anche un altro campione deceduto, avversario ma degno di nota: Filippo Di Tella, con una partita da disputarsi d’estate fra vecchie glorie del Capracotta e del Vastogirardi, anche a dispetto dell’età e degli acciacchi incombenti.
Comunque, a tutt’oggi, dopo tre sfide perse (con onore!), continueremo a riunirci per la solita rimpatriata estiva insieme alle nostre famiglie, affinché i valori umani e i sani principi, di cui ci pregiamo essere in possesso, proseguino nel tempo ad essere veicolo catalizzatore e di indissolubilità di quei sentimenti di lealtà, dignità, rispetto, amor proprio e fratellanza che ci hanno unito e hanno rinsaldato i nostri rapporti per circa 50 anni.
Se 50 anni rappresentano una parte consistente nella vita di una persona, gli stessi, per una squadra di calcio amatoriale, sono un’enormità; penso che nessuno, in quel lontano 1966, avrebbe immaginato che dopo tanto tempo saremmo stati ancora qui a parlare di calcio con gli avversari/amici di un tempo.
La speranza è quella di essere qui per ancora molti anni, magari giocando la partita dell’Amarcod forniti dell’attrezzatura completa del dottor Gibaud (a dire il vero, questo, per alcuni di noi, è già una realtà), però secondo alcuni studi abbastanza seri basati sull’attuale livello delle conoscenze scientifiche, estrapolando i dati sullo sviluppo delle tecnologie dell’ultimo secolo, nonché il rateo di incremento della vita media umana, nel 2040 potremmo arrivare ad avere l’attuale vigore fisico e psichico e quindi ben sperare nella nostra “buona sorte”.
Nel frattempo, per molti di noi, le strade si sono necessariamente divise, ma quando possono, si incontrano su un campo di calcio con la stessa voglia e con lo stesso spirito che ha contraddistinto, sempre, le nostre partite anche per ricordare chi purtroppo ci ha lasciati per un nefasto Destino.
Voglio inviare, da queste pagine, un saluto a coloro che non vedremo più invecchiare, a quei due splendidi “ragazzi”, dotati di molta umiltà e umanità, noi di Capracotta e di Vastogirardi abbiamo un obbligo nei loro confronti: quello di onorare e di perpetuare la loro memoria con questa partita fra vecchi amici che cercano di tornare indietro nel tempo in cui eravamo insieme a batterci con lealtà e rispetto.
Noi li ricorderemo per sempre nei nostri cuori, con amore e con riconoscenza per ciò che ci hanno dato e insegnato, accomunandoli in un unico, grande, affettuoso applauso e additandoli ad esempio per i futuri calciatori che faranno parte del Capracotta e del Vastogirardi.
Le persone qualche volta si scelgono, altre volte si trovano, quando succede, fanno un po’ di strada assieme e comunque si cambiano. Di questi pezzi di vita rimangono i segni in ognuno di noi: i gesti, le parole, i ricordi che ci hanno unito e quelli che ci uniscono ancora.
I ricordi felici di quel periodo mi ritornano alla mente e mi fanno stare bene, sicuramente lo sarà anche per gli altri, poiché ritengo di essere stato fortunato avendo goduto di tanta spensieratezza assieme agli amici che rincorrevano una palla, forse un sogno, una chimera!
L’associazione “Amici di Capracotta” si sta attivando per un’iniziativa da tenersi a TARANTO nell’agosto 2018 per ricordare il 40° anno della scomparsa di Erasmo: un incontro di calcio fra le vecchie glorie del TARANTO degli anni ’76-’78 e gli omologhi di CAPRACOTTA che hanno conosciuto e giocato con ERASMO.
Filippo Di Tella