La prima volta in cui Capracotta compare in un articolo stampato su un quotidiano (ovviamente stando a quelli fino ad oggi reperiti, e quindi, senza alcuna pretesa di certezza assoluta o di record), risale al 28 dicembre 1828 e apparve sulla “Gazzetta di Milano”, direttore Francesco Pezzi.
Un quotidiano con lo stesso nome è presente durante il dominio asburgico dal 1769 al 1782, a questi subentrò il “Giornale di Milano “, per poi tornare nel 1816, con la nascita del Regno Lombardo Veneto, al vecchio nome di “Gazzetta di Milano”: questa terminerà le sue pubblicazioni nel 1875.
Siamo di fronte ad una situazione a dir poco paradossale: un episodio di cronaca avvenuto in un piccolo borgo del Regno delle Due Sicilie, è oggetto di un articolo che viene stampato su un giornale del Lombardo Veneto: sarebbe interessante, potendolo fare, appurare se l’articolo è stato pubblicato come riempitivo, nel senso che non avendo altro da pubblicare, si attinge a piene mani anche “dall’estero” , oppure che ci sia stato lo zampino di qualche capracottese che era presente nella redazione del giornale, o qualcuno originario o che aveva parenti nel nostro bel paese!
L’episodio narrato nell’articolo è riportato anche nel “Libro delle Memorie” a pagina 227: qui, alla data del 28/11/1828, viene segnalata la “memoria del crollo della casa dei fratelli D’Onofrio con la morte della madre e quattro figli maschi”.
E’ probabile che anche qualche altro giornale possa aver pubblicato la notizia: se qualcuno ne fosse al corrente e gentilmente lo segnalasse, potremmo avere qualche elemento in più nel rievocare un episodio che risale a quasi due secoli orsono, e allo stesso modo se qualcuno fosse in possesso di articoli apparsi anteriormente alla data dell’episodio sopra riportato, potremmo prima o poi effettivamente riuscire a risalire a quando per la prima volta Capracotta è presente in un articolo di giornale.
Paolo Trotta
Ecco l’articolo:
REGNO DELLE DUE SICILIE – Napoli 15 DICEMBRE
La notte dal 26 al 27 di novembre p.p., rovinò nel comune di Capracotta in provincia di Molise, il tetto di una casa abitata da tre famiglie.
Il peso e l’urto delle grosse travi, di cui il tetto stesso era sostenuto, fecero crollare le volte ed i pavimenti di quattro stanze sottoposte.
Due famiglie si salvarono come per miracolo in una picciola stanza che restò intatta, ma la terza famiglia fu più sfortunata. Una madre e quattro figli rimasero seppelliti sotto le rovine.
Grazie alla diligenza ed alle cure delle autorità locali che vi accorsero subito che n’ebbero contezza, si riuscì a trame viva la sola madre. I figli infelici erano già spirati.
Proseguono i giorni foschi e piovosi e il grado di calore atmosferico: mercé de’ caldi venti australi, non è proporzionale al punto in cui siamo della stagione invernale, mentre il termometro di Reaumur è giunto a segnare in questi ultimi giorni gradi di 5/10 sopra lo zero.
(G. di N)
Gazzetta di Milano 28 /12/1829