Un articolo molto interessante sulla presenza di una banca a Capracotta, a firma di Incoronato Sammarone, apparve sulla rivista “Voria”(n° 5- Anno II – 2008). La Banca fu fondata con atto notarile del 20/8/1905 e rimarrà operativa fino al 1950: per la cronistoria e le sue vicissitudini, si rimanda all’ottimo articolo sopra citato.
La cartolina postale raffigurata in alto, intestata alla banca, fu stampata nello stabilimento Putaturo di Castel di Sangro nel 1917: in data 19/7/1921, un cliente viene sollecitato “a regolarizzare in giornata i suoi effetti già scaduti” da oltre un mese.
Altre informazioni interessanti si ricavano poi dalla busta da lettera intestata, spedita a Sulmona in data 11/1/1913: il capitale sociale ammontava a 100.000 lire e la banca era corrispondente del Banco di Napoli e del Credito Italiano, avendo quindi un raggio d’azione che si estendeva sia al sud sia al nord.
Lo stampato era edito dalla Tipografia Sannita di Agnone.
Sono sicuramente due piccolissimi frammenti della storia del nostro paese, alcuni dei tanti esempi di come Capracotta non sia stata seconda a nessuno nello stare al passo coi tempi.
Le conquiste di civiltà raggiunte da un piccolo borgo del sud, che nella stagione invernale rimaneva spesso isolato dal mondo, sono sbalorditive, proprio per le sue peculiarità: nel 1877 era arrivato il telegrafo, nel 1879 veniva inaugurato il cimitero, nel 1901 giunse l’elettricità (Milano la vedrà solo 4 anni più tardi!), nel 1905 si fonda una banca (che poi questa, per vari motivi non abbia avuto la fortuna auspicata, è un altro discorso).
Nel riscoprire e rivalutare ogni elemento della storia del paese che è piccolo per estensione, ma immenso nel cuore di ognuno, non può che consolidarsi quell’attaccamento viscerale a cui ogni capracottese è naturalmente incline nei confronti del borgo natio, con sentimenti di stima, affetto e gratitudine che saranno certamente recepiti e fatti propri dalle future generazioni.
Paolo Trotta