Maria Carmone ha solo 6 mesi in quella mattina del 16 febbraio del 1906. Ha avuto soltanto il tempo (e la fortuna) di nascere sana e robusta, di ricevere il sacramento religioso del battesimo nella Chiesa Madre e di crescere quel tanto per recarsi a Napoli e affrontare il duro viaggio transoceanico alla volta di New York negli Stati Uniti. Il nome della nave è profetico per una viaggiatrice così piccola: Madonna.
In quella mattina di fine settimana- il 16 febbraio del 1906 cadeva di venerdì- la piccola Maria mette piede sul suolo americano nel centro di smistamento per immigrati di Castle Garden a New York. Una sosta probabilmente molto veloce. Gli immigrati dal Vecchio Continente arrivavano in massa in quei tempi nel Nuovo Mondo. Bisognava schedare, sottoporre a visite mediche e interrogare minuziosamente ogni individuo prima che entrasse nel territorio statunitense e rispedire in patria chi non fosse stato giudicato idoneo per motivi politici, giudiziari o sanitari. Ma occorreva far presto: a breve un’altra nave sarebbe apparsa all’orizzonte con le sue migliaia di disperati in cerca di far fortuna sull’altra sponda dell’oceano.
Il passaggio della piccola Maria a Castle Garden (New York) forse è davvero rapido. La sua scheda è incompleta e confusionaria. A partire dal nome. Carmone, infatti, non è sicuramente un cognome capracottese. È probabile che lo zelante ufficiale sanitario statunitense abbia trasformato il secondo nome personale (Carmina) in cognome, deformandolo. Altra cosa nota è la città di destinazione della piccola: la città di New York dove abitava qualche suo parente. Non sappiamo esattamente chi.
Ma con chi aveva attraversato l’Atlantico Maria? Una bambina così piccola sicuramente con la madre. E come si chiamava? Purtroppo i documenti custoditi a Castle Garden non ci aiutano. Quel 16 febbraio del 1906, sbarcano nella stazione di smistamento complessivamente nove persone provenienti da Capracotta: 3 donne (Teresa Martinelli di 47 anni, Alba Rienzo di 27 anni e Maria Rienzo di 30 anni), un uomo (Pasquale Paglione di 33 anni), un adolescente (Vincenzo Paglione) e 4 bambini (Anna e Quirino Oddi, cioè Conti, di 11 e 6 anni, Sebastiano Paglione di 6 anni e la piccola Maria). Tutti sono diretti a New York da parenti senza che questi ultimi vengano indicati.
Purtroppo, non conosciamo quale sia stato il destino di Maria a New York. Col senno di poi, possiamo solo augurarci che quello americano sia stato per lei un sogno e non un incubo come invece è risultato per tanti altri nostri connazionali e compaesani.
Questa è soltanto una delle storie che siamo riusciti a ricostruire, pur se in maniera assai parziale, consultando i documenti d’archivio americani sull’emigrazione italiana negli Stati Uniti.
L’Associazione “Amici di Capracotta”, infatti, ha programmato una pubblicazione sulla storia dell’emigrazione e sulle storie degli emigrati di Capracotta in America (Argentina, Brasile, Canada, Stati Uniti, Uruguay e Venezuela) per scoprire questo aspetto poco noto della storia della nostra cittadina e rinsaldare i legami tra i membri della nostra comunità.
Siamo alla ricerca di materiale: fotografie moderne e antiche, documenti, lettere, storie personali, ecc.
Se qualcuno dei nostri compaesani in America e in Italia fosse in possesso di tale materiale, saremmo grati se potesse inviarceli con foto e testi scritti nella propria lingua madre (francese, inglese, portoghese e spagnolo) via e-mail a una delle seguenti caselle di posta elettronica:
amicidicapracotta@yahoo.it oppure associazioneamicidicapracotta@gmail.com.
Grazie per la collaborazione