Quando gli accennai del cappellano di “Addio alle armi”, prima che terminassi di parlare, con l’aria di chi ha già capito tutto, mi disse che non aveva conosciuto Hemingway poiché negli anni della Grande Guerra era un bambino, era stato tuttavia cappellano militare nel corso della Seconda Guerra Mondiale. L’interlocutore con il quale avevo il privilegio di parlare, era Don Costantino Carnevale da Capracotta, Salesiano di Don Bosco, che da qualche anno è nella comunità parrocchiale di Cristo Re a Sulmona, la città in cui vivo. Ogni sabato sera, dopo la funzione religiosa, io e mia madre sua compaesana, lo cerchiamo con sguardo, in genere è attorniato da un nugolo di persone, qualche volta è ancora impegnato nelle confessioni, e lo aspettiamo per l’immancabile chiacchierata ed un saluto che ci accompagna sino alla settimana successiva. Argomento cardine dei nostri colloqui è Capracotta, nostra comune passione, che Don Costantino lasciò a undici anni per entrare in seminario, ma che è sempre presente nei suoi pensieri. Conversazioni nelle quali si alternano aneddoti e personaggi del passato con fatti contemporanei che seguiamo con interesse.
Consapevole della grande passione che lo anima per il luogo dove è nato il 5 aprile, sono certa di fare cosa gradita se affido a questa pagina i miei auguri, come quelli di tutta la comunità parrocchiale, di buon compleanno al sacerdote che ha lasciato un ottimo ricordo in tutti i luoghi ove è stato parroco: lo testimoniano le numerose cittadinanze onorarie che gli sono state conferite e all’uomo che non finirà mai di sorprendermi.
Alda Belletti