La Banda musicale di Capracotta

Il maestro Alfonso Falconi. Foto: Ricordi. rielaborazione grafica: Amici di Capracotta

Ogni quarta domenica del mese, nella città dove vivo si tiene un interessante mercatino dell’antico. Attratto da libri, fotografie e documenti di ogni tipo, recentemente mi sono imbattuto in un libriccino scritto dal dottore Vincenzo Lombardi, letterato e musicista molisano.

L’ho preso con la speranza di trovare notizie sulla storica Banda di Capracotta di cui, non ricordo in quale occasione, avevo potuto ammirare una fotografia risalente alla fine dell’ottocento. Sono stato fortunato perché ho trovato notizie certe, inerenti  il prestigio che la Nostra orchestra di fiati raggiunse nell’ultimo quarantennio del diciannovesimo secolo.

Con non poca emozione ho così potuto apprendere che tra le bande  che operarono nel decennio 1880-1890, alcune si differenziarono per la grande vitalità  che le avrebbe portate  a svolgere  la propria attività artistica fino al 1900 e oltre.

Si distinse, fra tali formazioni, proprio la banda di Capracotta. L’esperienza bandistica nel comune dell’alto Molise fu testimoniata già precedentemente al 1869. Altre notizie, tratte da “Il Sannio” e da “La Spada di Damocle” sull’esistenza  di una banda, che probabilmente aveva continuato a essere attiva dagli anni Sessanta, risalgono al 1885 ed emergono grazie alle cronache relative ad alcuni avvenimenti ufficiali, come la visita del prefetto di Campobasso e quella dell’On. Antonio Cardarelli. In quegli anni nacque a Capracotta la Società del Tiro a segno alla cui inaugurazione partecipò la locale banda che avrebbe accompagnato, anche negli anni successivi, tutte le manifestazioni sportive; solo ad esempio, il 22 aprile 1893, in occasione dell’anniversario delle nozze d’argento dei reali d’Italia, durante il quale si svolsero gare presso il Tiro a segno,  fu proprio la banda cittadina a rallegrare l’evento.

Dal 1892, la partecipazione del gruppo bandistico a tutte le manifestazioni cittadine divenne assidua e le cronache dell’epoca registrarono un suo miglioramento qualitativo grazie alle cure di Alfonso Falconi, all’epoca studente di composizione presso il Conservatorio San Pietro a Maiella di Napoli.

Altra novità appresa nel corso della lettura riguarda l’esistenza, a Capracotta, di una orchestra filarmonica. Si legge infatti  che la banda, spesso, svolse un ruolo di supporto a un’altra manifestazione musicale del comune; infatti, annunciava e introduceva le esibizioni della Filarmonica cittadina e accompagnava i cortei delle varie autorità fino alla sala da concerto dove si sarebbe esibita l’orchestra locale. Ad esempio, le cronache raccontarono che la sera del 16 aprile 1893 la  Società orchestrale di Capracotta, diretta da Alfonso Falconi, fondata da poco più di un anno, organizzò presso l’asilo una serata musicale in onore del violinista tedesco Eugenio Schmitzberger e che al concerto partecipò anche il gruppo bandistico.

La nascente banda cittadina, come  definita ancora nel 1894, quando – sempre diretta da Falconi – partecipò, l’otto settembre, alla festa della Madonna di Loreto a Capracotta, nel corso dei mesi acquistò maggiore sicurezza, assunse una più stabile forma organizzativa e una consequenziale maggiore visibilità. Ciò  grazie anche a un accentuato fenomeno associazionistico che coinvolse la popolazione capracottese, al pari di molti comuni molisani.

La maggiore stabilità acquisita dalla banda sotto la direzione di Alfonso Falconi permise al gruppo di evitare le possibili conseguenze negative derivanti dalla partenza del maestro agli inizi del 1895. A Falconi subentrarono altri due direttori: Nicola Paterno nell’aprile 1895 e Genovese a ottobre dello stesso anno. Comunque, la banda fece registrare un continuo miglioramento qualitativo, desumibile anche dalle informazioni relative al repertorio eseguito. Il ciclo positivo del gruppo bandistico continuò fino ad ottobre 1896, nonostante fosse stato oggetto di alcune critiche già dal mese di maggio da parte della stampa locale (L’Eco del Sannio), in particolare riferite alla mancanza di un direttore stabile e tese a evidenziare come la banda solo “con lo studio e tornando sotto una buona direzione potrebbe farsi onore”. In questo periodo le esibizioni della banda furono segnate da manifestazioni di forte contestazione da parte del pubblico. Fra tali episodi, di un certo rilievo fu quello avvenuto durante un concerto tenuto a Isernia. Per l’accaduto la redazione de “ Il Battagliere Indipendente” sentì il dovere di condannare pubblicamente “il comportamento di un gruppo di giovani isernini che ha fischiato la banda di Capracotta durante un concerto” e di porgere le scuse a nome di tutta la cittadinanza.

Dalla fine del 1896, forse a causa dello scioglimento della banda, non si ebbero più notizie del gruppo musicale. A questo periodo è probabile risalga anche la definitiva partenza del suo direttore storico. Infatti, già dall’anno seguente,  Alfonso Falconi fu insegnante di Armonia presso “l’Istituto Musicale di Firenze”.

Nel 1897, in sostituzione della disciolta banda, a Capracotta fu formata la fanfara della Società del Tiro a Segno che già in settembre fu in grado di accogliere il prefetto di Campobasso, Domenico Lastrucci, in visita al paese. Dalla relazione del direttore della Società, pubblicata nel maggio 1898 su un giornale locale, si apprende che la fanfara era stata istituita nel 1897, che era formata da 10 trombettieri e che era stata già inoltrata una formale richiesta al Ministero della Guerra affinchè potesse essere attivato un capitolo di spese, nel bilancio della Società, per le esigenze della fanfara.

Non ho potuto, purtroppo, attingere notizie sui musicisti, ma mi sono permesso di azzardare una considerazione:  Capracotta,  paese tra i più popolosi, era economicamente molto viva, laboriosa, dinamica, curiosa  e, direi, anche moderna per quei tempi. Solo in un tale contesto sociale e culturale così robusto, ma di difficile accessibilità per i suoi 1.400 sul livello del mare –  i componenti della banda musicale, come anche della locale filarmonica,  non potevano che essere tutti, o quasi tutti, Capracottesi, amanti della bella musica nuova, della quale nei paesi si poteva fruire solo attraverso una banda musicale.

Serafino Trotta