Finalmente riesco a essere nello stato d’animo per stilare i punti, elaborati in oltre trenta anni di corsi e laboratori della scuola eco-conviviale “Vivere con cura”, per cercare-tentare di contrastare l’abbandono di Capracotta e di tutti i paesi sia dell’Appennino che delle Alpi che delle zone montane di tutto il mondo. Premetto che ogni tanto nel corso dei secoli -o millenni- vengono realizzati dei Manifesti -riassuntivi in pochi punti- per indirizzare parte o l’intera Umanità verso percorsi e/o traguardi nuovi e affascinanti, non tanto o soprattutto dal punto di vista economico, che non deve essere sottovalutato, quanto da quello ideale-spirituale e/o forse soprattutto Esistenziale-Politico. Ebbene con una certa modestia unita a un velo di arroganza -perché sono tanti, troppi anni che ci rifletto- desidero portare questi punti alla attenzione di tutte/i coloro che hanno a cuore Capracotta e le zone di abbandono, con il desiderio che ne nasca un ampio e ricco dibattito: dopodiché ciascuna/o fa le proprie scelte, individuali o meglio ancora a livello di piccolo gruppo affiatato.
Il primo punto è che dobbiamo riconoscere che il processo di urbanizzazione ha raggiunto dei livelli così mostruosi di concentrazione umana -e di problemi-, di invivibilità e/o inquinamento -penso alle oltre 50 aree, in Italia, di Alta Tossicità ambientale (e non dovrebbero essere abitate fino a bonifica avvenuta) per cui mentre si cerca di renderle di nuovo vivibili si dovrebbe far trascorrere almeno a bambine/i quel periodo -o almeno lunghi soggiorni- in zone il più integre e rigeneranti possibili, e la Montagna e paesi come Capracotta sono uno di essi- in sostanza bisognerebbe garantire a tutte/i le Bambine/i una vita (almeno i primi sette anni) nei luoghi di montagna e/o di abbandono o di vita il più naturale-salutare-selvaggia possibile, in modo che possano non solo vivere in un ambiente sano e naturale ma fare-vivere tante esperienze significative da un punto di vista pedagogico-naturale-salutare.
Per esempio che Bambine/i imparino a conoscere e raccogliere Erbe -e utilizzarle in cucina e non solo- e fare e curare Orti biologici, conoscere gli Alberi -il tutto con camminate e dal vivo- e anche salirci sopra arrampicandosi, con i loro mille doni e abitanti (uccelli, insetti…), gli Animali Selvatici -e non- del proprio territorio, e i torrenti, le sorgenti, i sentieri. Insomma tutta la Natura.
E anche mille laboratori manuali, per esempio costruzioni di Capanne di ogni tipo (anche sugli Alberi) e latitudine -ed era storica- da quella primitiva ai giorni nostri e viverci almeno un po’ nei periodi estivi. E la realizzazione di un Parco delle Capanne e delle Tende con scuola permanente o saltuaria di laboratori di Costruzione.
E annessi laboratori di Falegnameria, Terracotta, Cucito, Cucina…
Per realizzare tutto questo occorre ripensare e rimettere in discussione il modello imperante familiare e/o allargarlo per chi lo vive in positivo. E cioè che più coppie e/o single e/o ragazze madri e/o bambinai/e e/o animatrici/tori di Ludoteca si mettano d’accordo affinché almeno 4 o 5 bambine/i possano vivere insieme, per esempio a Capracotta, con qualche genitore/adulto -di sangue o putativo- e qualche nonna/o (sempre di sangue o putativo) in modo da poter costruire e vivere una comunità tra i 10 e i 20 individui in modo da essere un centro di crescita formativo e Circolare per tutte/i.
E che quindi sia anche -e soprattutto- una Ludoteca permanente in modo che ripeto si facciano tante e bellissime esperienze coniugando il meglio dei saperi antichi-locali con quelli della più avanzata e vitale pedagogia, solo per citare alcuni nomi: Maria Montessori, Rousseau, Steiner, Astrid Lindberg (autrice di Pippi Calzelunghe), Don Lorenzo Milani, Gianni Rodari, Mario Lodi, Comenio. A Capracotta ha vissuto e operato il maestro -saggio e non-violento- Domenico D’Andrea a cui abbiamo dedicato la Ludoteca.
Un altro punto è l’apertura di Case delle Erbe in ogni paese e in ogni quartiere di città intese come scuole-centri polivalenti che promuovono corsi-laboratori per insegnare a conoscere e utilizzare le preziosissime Erbe Spontanee per uso alimentare -e quindi anche in panificazione, pasticceria, liquoreria…-, per fare ottimi saponi, per uso cosmetico, per la cura della casa (p.e. Detersivi) e tanti altri. Questo anche attivando collaborazioni con Università e scuole (a Capracotta penso al Giardino di Flora Appenninica), industrie erboristiche, operatrici/tori commerciali (per rifornire ristoranti, alberghi, esercenti) in modo da sviluppare sempre più l’azione continua della Raccolta di Erbe e Doni della Natura.
E queste figure di donne (e anche uomini e/o ragazzi) raccoglitrici svolgerebbero molteplici ruoli-funzioni: mappatura e conoscenza dettagliata del territorio, raccolta e/o segnalazione di rifiuti scaricati nei campi e/o boschi, in particolare l’amianto e quelli altamente tossici.
Quindi un compito di “sentinella e “custode” del territorio oltre a quello principale di raccoglitrice e insegnante. Le Case delle Erbe, oltre a trasmettere tutto sulle Erbe Spontanee potrebbero -e dovrebbero- anche insegnare tutto sugli Orti Biologici con le tante varianti (biodinamici, sinergici…) e le nuove possibili coltivazioni di piante di alto/altissimo valore biologico-salutare compatibili con il territorio.
Piante -o meglio cibi- chiamate Super Food, originarie di ambienti anche lontanissimi ma che con il cambio del clima potrebbero essere delle risorse preziose anche coltivate in Molise e a Capracotta, sempre con la massima prudenza e sapienza e ripeto in collaborazione con centri e Università (l’Unimol in Molise) ove si fa vera ricerca.
Un terzo punto è che nascano le Masserie-Fattorie Erboristiche Animaliste Ludiche e di Riciclo e di Riposo e della Maternità.
Questo perché sempre più cresce il desiderio di tornare in modo conviviale a condividere la vita con animali e natura soprattutto nell’età post lavorativa urbana-industriale. E così queste Masserie-Fattorie oltre a ospitare con amore animali da cortile e curare Orti e Coltivazioni idonee biologiche, oltre alla Raccolta e trasformazione di Erbe Spontanee, potrebbero anche essere centri di Riciclo sia della frazione Umida, da dare come cibo agli animali o per il compost per i terreni anche in collaborazione con le scuole e le Università del Territorio ma anche centri di riciclo di materiale di vario genere; per esempio il legno (bancali, mobili, assi) in modo che possano diventare anche altro se impossibile da aggiustare (panchine, capanne, oggetti vari) invitando Artiste/i al loro utilizzo o potrebbero diventare materiale didattico per le scuole (carte e cartoni, stoffe, scarti di vario genere). Penso anche alla Lana, materiale tra i più usati fino a qualche decennio fa e ora potrebbe avere un nuovo spazio e ruolo. Pensa a quante migliaia di materassi di fibre sintetiche vengono buttati senza neanche poterli riciclare.
Inoltre questo sarebbe il luogo ideale per trascorrere la terza età (viva e ricca e prepararsi al meglio alla morte e lasciare i propri saperi anche scrivendo libri, quindi che siano anche fattorie letterarie) e per chi ha problemi di vario genere o semplicemente desidera cambiare vita.
E ancora centri ove trascorrere mesi per prepararsi alla Maternità e far trascorrere (come nei piccoli paesi) i primi anni di vita a Bambine/i attivando una Ludoteca permanente.
Un altro punto è che si attivi la Transumanza Erboristica come scuola Completa per imparare di tutto sulle Erbe del Molise dalla Montagna (Capracotta) al Mare-Pianura. Grazie ai tanti secoli di pratica della transumanza di greggi, i Tratturi (le Autostrade Verdi come qualcuno le ha chiamate) sono luoghi ricchi di biodiversità e quindi ideali per ripercorrerli a piedi o con pochi animali per imparare a riconoscere e utilizzare le Erbe Spontanee. Riattivando così la pratica della Scuola Peripatetica di Aristotele il cui metodo prevedeva la trasmissione -con discussioni, ricerca, sperimentazione e elaborazione- dei saperi attraverso l’arte di Camminare, uno dei massimi Riti quotidiani per il benessere psico-fisico.
Riattivando e ritrovando le sette soste-stazioni di un tempo, che diventerebbero dei centri-scuole stanziali e si farebbe in modo che -come una volta- in autunno si scende dalla Montagna-Capracotta (mt 1421) al Mare-Pianura (p.e. Lucera in Puglia) e in primavera con un percorso a ritroso dal Mare alla Montagna.
Per fare questo si possono promuovere o tappe giornaliere (una settimana di intenso camminare tra i 15 e i 20 km al giorno) oppure sette tappe per sette fine settimana. E ogni stazione potrebbe promuovere qualche corso-laboratorio specifico.
Facendo così diventerebbe una Scuola di Vita (e Sopravvivenza, visto il clima “impattizo”) completo e il più all’aperto possibile, imparando per esempio a costruire Capanne e/o rifugi/luoghi di pernotto con l’accensione del fuoco per cucinare e scaldarsi, quindi una permanenza-soggiorno-scuola in cammino di ricerca e scoperta di siti storici, artistici e paesaggistici. E soprattutto delle Storie e Vite di questi Paesi e delle/i loro abitanti passati e presenti del Molise. Questi percorsi di scuole itineranti si potrebbero estendere a tutti i paesi e regioni montane ancora ricchi di saperi e dell’arte dell’accoglienza e della condivisione.
Infine, l’ultimo punto-proposta: il Gioco dell’OCA.
O.C.A. Sono le iniziali di Ortica, Canapa e Alloro. Dalle nostre ricerche e sperimentazioni abbiamo notato che queste tre piante (spontanee e/o coltivate) danno e possono dare prodotti di eccellenza in campo alimentare, cosmetico e di molteplice vario genere e quindi attivare una viva cultura e economia ecologica. E quindi attivare una rete dalla pianura (basso Molise) alla Montagna (alto Molise) tra chi le coltiva e/o raccoglie e chi le trasforma per il mercato equo e solidale (p.e. i gruppi di acquisto) e il mercato tradizionale.
Il gioco classico dell’Oca era ai suoi albori, nel Medioevo, un gioco iniziatico e di avvicinamento e accettazione sapiente delle fasi della vita con i suoi accadimenti imprevisti. Noi lo arricchiamo con le Erbe: Oche e Erbe. Queste tre, Ortica, Canapa e Alloro in particolare, in modo che Giocando si Impara a utilizzarle e a vivere.
L’ideale, a fini didattici, è che di ogni casella si realizzi un grande pannello (63 erano gli originali, diventati poi 90) per disporli per terra in modo che chiunque giochi entri sulla tessera con cui interagire-apprendere sia attivamente sulle Erbe che allo stare simbolicamente nel mondo con Sapienza.
Anche per questo grande gioco dell’Oca bisognerebbe possibilmente coinvolgere scuole e Artiste/i. E ogni anno potrebbero essere altre tre piante, presenti nel territorio Molisano, a essere oggetto-soggetto di ricerca e sperimentazione.
Per contatti: barchettaebbra@gmail.com; cell. 3331006671
Antonio D’Andrea,
Presidente Associazione “Vivere con cura”