Il centenario della Grande Guerra è stato oggetto di innumerevoli manifestazioni rievocative a livello nazionale e locale. Anche a Capracotta si sono tenuti nel 2015 una mostra storico-documentaria e un convegno sulla partecipazione dei capracottesi al primo conflitto mondiale.
Nella circostanza, vennero esposte varie edizioni del libro di Ernest Hemingway “Addio alle armi” sia in lingua italiana sia nel testo originale “A Farewell to Arms”, provenienti dalle biblioteche e librerie dei numerosi studiosi che avevano gentilmente prestato i propri libri.
Uno dei personaggi che troviamo nel testo è il cappellano militare, di origini capracottesi: il nostro paese viene citato più volte ed è presente anche una simpatica ma fantasiosa descrizione dello stesso.
Nel maggio 2016 è apparsa una nuova edizione dell’opera, nel primo numero degli “Oscar Moderni”, a cura della casa editrice Mondadori, che ripropone la traduzione di Fernanda Pivano e nella quale vengono per la prima volta presentate le 47 differenti versioni del finale del libro, oltre ai vari titoli tra i quali l’autore sceglierà quello definitivo (tra gli altri: “Viaggio italiano” o “L’amore in guerra”).
“Addio alle armi” ha avuto il privilegio di essere il primo “Oscar Mondadori” apparso in edicola il 27 aprile 1965, un martedì, giorno deputato all’uscita di tutti i titoli successivi.
La tiratura fu di 60.000 copie andate esaurite nello stesso giorno, nella prima settimana ne vennero vendute 210.000, fino a toccare le 400.000 copie nei due mesi successivi.
Gli Oscar sono stati la prima collana tascabile italiana a esordire in edicola, prima di allora i libri si vendevano solo nelle librerie, il primo numero costava 350 lire (il prezzo di un biglietto per vedere un film al cinema): riuscirono a raggiungere un pubblico che difficilmente frequentava le librerie, contribuendo in maniera determinante alla diffusione della lettura.
La prima edizione dell’opera era uscita nel 1946 presso la stessa Casa Editrice Arnoldo Mondadori Editore, seguita da ben 14 edizioni nella collana editoriale “La Medusa”, e una copia degli Oscar in mio possesso risalente al 1985 (20 anni dopo l’esordio) fa parte della sedicesima ristampa (quindi una ristampa quasi ogni anno!).
Non penso di sbagliare se, da un calcolo approssimativo, si possano calcolare più di un milione di copie del libro (solo tenendo conto delle edizioni in lingua italiana): quindi anche a livello internazionale con la diffusione del libro, il nome di Capracotta è risuonato milioni di volte fin dal 1929, anno di pubblicazione della prima copia negli Stati Uniti.
Non resta altro da fare, dopo tutte queste belle notizie, che andarsi a leggere finalmente il libro, per chi ancora non lo avesse fatto.
Uno dei fili conduttori del romanzo è la storia d’amore tra il protagonista e un’infermiera (da qui uno dei probabili titoli da poter dare all’opera), niente di meglio per il gentil sesso, una occasione imperdibile, per farsi “un bel pianto, che è da tanto che non me lo faccio”.
Paolo Trotta