I pastori. Anno 1910. Foto: Archivio Cav. Giovanni Paglione
Con l’arrivo del mese di settembre, i pastori capracottesi salutavano le proprie famiglie per recarsi in Puglia al seguito delle greggi transumanti. L’addio, secondo la tradizione, avveniva presso la chiesetta della Madonna di Loreto. Pubblichiamo per l’occasione la celebre lirica “I Pastori” del poeta Gabriele D’Annunzio per ricordare quella lunga pagina di storia della nostra comunità.
I Pastori
Settembre, andiamo. È tempo di migrare.
Ora in terra d’Abruzzi i miei pastori
lascian gli stazzi e vanno verso il mare:
scendono all’Adriatico selvaggio
che verde è come i pascoli dei monti.
Han bevuto profondamente ai fonti
alpestri, che sapor d’acqua natia
rimanga né cuori esuli a conforto,
che lungo illuda la lor sete in via.
Rinnovato hanno verga d’avellano.
E vanno pel tratturo antico al piano,
quasi per un erbal fiume silente,
su le vestigia degli antichi padri.
O voce di colui che primamente
conosce il tremolar della marina!
Ora lungh’esso il litoral cammina
La greggia. Senza mutamento è l’aria.
Il sole imbionda sì la viva lana
che quasi dalla sabbia non divaria.
Isciacquio, calpestio, dolci romori.
Ah perché non son io cò miei pastori?
Gabriele D’Annunzio