La processione della Madonna di Loreto (1937) | Amici di Capracotta

La processione della Madonna di Loreto (1937)

Piazza Stanislao Falconi e la processione dell’anno 1937

Qualche anno fa un cliente mi regalò alcune foto in bianco e nero; non aveva più interesse a conservarle dicendomi che queste foto, ritrovate in un album, erano di suo nonno e non immaginava perché fossero state così a lungo conservate. Una di queste ritrae la processione dell’8 settembre 1937 in piazza Stanislao Falconi. La marea di capracottesi che partecipano, le coperte stese sulla Torretta, sui balconi e alle finestre testimoniano, se mai ce ne fosse bisogno, la devozione del popolo capracottese verso la Madonna di Loreto.

Osservando attentamente la foto si scoprono altri interessanti particolari. La tabella ovale che si nota sulla sinistra ci indica che in quei locali c’era la sezione del partito Nazionale Fascista, che fu inaugurata, con una grande partecipazione, il 7 ottobre 1923. S nota sempre sulla sinistra il maestoso portale del Palazzo Ducale che già allora era sede dello Sci Club. Appena dopo c’è un’insegna a bandiera indicante il Bar che allora era gestito da Gustavo Conti e che successivamente fu acquistato dalla famiglia Carugno e poi dalla famiglia Santilli, nome d’arte “Gerasine”. La tabella sulla torretta indica che lì c’era un parrucchiere di nome Sebastiano Sammarone, nome d’arte “Cecauocchie”.

Mi è stato riferito, a proposito di quest’esercizio, un curioso aneddoto. Sembra che, quando fu avviato, un capracottese, equivocando sul nome del negozio, esclamasse: “Cuase cuase me vaje a accattà du parrocche!” (Quasi quasi vado a comprarmi due parrocche!). La parrocca era ed è ancora il nome del tipico bastone ad uncino dei pastori e l’artefice di tale battuta aveva confuso parrucchiere con parrocchiere!

In fondo alla foto domina con la sua maestosità la Torre con l’orologio che segna le ore 12,30. La situazione inaspettata è che la base della Torre fu utilizzata come estemporanea vetrina di esposizione: infatti si distinguono chiaramente una fila di tine cilindriche, al di sotto una fila di conche di rame e poi una fila di pentole. Sappiamo che a pochi metri dalla base della torre c’era la bottega dell’unico calderaio di Capracotta gestita dalla famiglia D’Alessio e la base della Torre si prestò splendidamente a far da vetrina ai suoi prodotti.

Tonino Amicarelli