L’arrivo del Clipper a Capracotta il 16 gennaio 1950
Il Clipper è il maestoso e potente mezzo spartineve donato a Capracotta e all’Alto Molise, nel 1950, i nomi sono quelli di un gruppo di persone che, in qualità di autisti, co-autisti e spalatori appassionati ed amanti della propria terra, “accompagnavano necessariamente” il mezzo durante le sue operazioni e senza i quali “non si sarebbe andato da nessuna parte”.
Chi ha avuto modo di osservarlo da vicino ha chiaramente compreso come le dimensioni del vomere siano quasi identiche alla larghezza delle strade di allora. E che, nello spostare neve in avanti, si creavano dei blocchi laterali che se non rimossi, volta per volta, anche un mezzo così potente e condotto da un “bravo” autista doveva per forza arrendersi. Si tenga presente che queste persone lavoravano per ore ed ore non al sole ma nel bel mezzo delle famose “bufere” di neve di Capracotta, con vitto, abbigliamento e scarpe non proprio adatti a quegli eventi atmosferici.
Purtroppo non ricordo tutti quelli che hanno operato sul Clipper, ma ricordo soprattutto e ovviamente mio padre Leo e, con lui, Giulano Romeo (Paganin) e Michele Carnevale (Paschitt) come co-autisti; Beniamino Loreto (Gongas e/o Sticchione per nuove generazioni) e Di Rienzo Michele (Papparone) come spalatori.
Essi hanno accompagnato il Clipper in tutti i suoi percorsi che andavano oltre i confini prettamente comunali e si estendevano fino all’Isernino ed all’Alto Sangro.
Considerazioni finali:
1) la storia dei nostri borghi non è fatta solo dalle gesta di un nobile, di un artista, di un letterato, di uno storico. E’ solo più facile raccontarla.
2) Negli anni in cui si svolge mio questo mio “racconto” la densità demografica del nostro territorio montano era percentualmente alta. Si scavava nelle rovine prodotte dalla seconda guerra mondiale, tutto faceva presagire ad un abbandono immediato di queste zone per via di servizi carenti…
3) Paradossalmente, invece, questo movimento migratorio è avvenuto qualche decennio dopo, quando i servizi cominciavano a funzionare…
Paolo Conti