Gennaro Maulucci (a sinistra) in un’intervista di qualche anno fa
«L’idea di Antonio di rilanciare la produzione di canapa a Capracotta e nell’Alto Molise è facilmente realizzabile perché la pianta si adatta a ogni latitudine: dalla Siberia al Sud Africa. Mi sembra che, in qualche Comune molisano, già lo si faccia. Occorrerebbe potenziarne la coltivazione e soprattutto creare una vera e propria filiera visto che il materiale raccolto in Italia viene poi mandato all’estero per la lavorazione finale».
Gennaro Maulucci, uno dei due organizzatori di origini capracottesi della fiera internazionale “Canapa Mundi”, sposa in pieno la proposta avanzata ieri sul nostro sito dal presidente del circolo “Lucia di Milione” di Capracotta dell’Associazione “Vivere con Cura”, Antonio D’Andrea, di rilanciare l’antica tradizione di coltivare canapa a Capracotta non più limitata al settore tessile ma a tutti gli usi possibili, in primo luogo quello medicinale, seguendo tutte le nuove sperimentazioni presentate in eventi nazionali e internazionali: primo tra tutti , per l’appunto, “Canapa Mundi”.
«La canapa- aggiunge il nostro compaesano Gennaro Maulucci- viene utilizzata in tantissimi campi: dall’abbigliamento all’edilizia, da quello alimentare (è ricchissima di omega 3, omega 6 e di proteine) alla cosmesi. Anche quest’anno, in fiera, avremo tantissimi eventi, appuntamenti, mostre e spettacoli sulle potenzialità della canapa tra sostenibilità e nuove tecnologie, legalità, nutraceutica, medicina e biobonifica».
“Canapa Mundi” è una delle più grandi e importanti fiere in Europa sulla canapa. Per la sua quinta edizione, torna al Palacavicchi, in via Ranuccio Bianchi Bandinelli a Roma, dal 15 al 17 febbraio, dalle ore 11 alle 20. Dopo le 30mila presenze dello scorso anno, “Canapa Mundi 2019” si presenta in 10mila mq con 250 espositori. È organizzata da due capracottesi: Gennaro Maulucci e Mario Sammarone.
«Capracotta è la patria dei sarti: si potrebbero recuperare vecchie stoffe in canapa per realizzare nuovi vestiti- aggiunge Maulucci-. Potrebbe essere una prima idea per rilanciare questa antica tradizione di Capracotta».