Pubblichiamo l’introduzione della monografia «Capracotta 1918: l’epidemia influenzale “La Spagnola”» scritta da Felice dell’Armi e Domenico Di Nucci e stampata dall’Associazione “Amici di Capracotta” per l’estate 2019. Sarà presentata giovedì 8 agosto 2019, alle ore 17.30, lungo la scalinata di piazza Falconi alla presenza degli autori. Sarà regalata una copia del volume a tutti i partecipanti.
Se tra gli anni 1918 – 1921 l’epidemia influenzale definita ”spagnola” determinò a livello mondiale milioni di morti, abbiamo voluto ricordare quel luttuoso evento che colpì anche il nostro paese, menzionando tale micidiale patologia insieme al numero di decessi che allora si verificò. Lutti che colpirono diverse nostre famiglie con ricordi ancora presenti nei parenti di queste vittime sacrificate sull’altare di una medicina che, allora, non disponeva di quei presidi oggi esistenti, insieme a tante metodologie poi messe in essere.
Fu adoperata principalmente l’aspirina, allora presente sul mercato, quale sintomatico per far abbassare la febbre, insieme a tanti altri rimedi alla fine inefficaci, non senza ricorrere, spesso a pratiche magiche, retaggio di un antico passato.
Certamente il numero di morti fu superiore rispetto alla “normalità” degli anni precedenti senza trascurare, a parte l’agente eziologico virale, le cause locali associate di natura igienica, alimentare, socio-economiche aggravate in rapporto alle conseguenze della guerra in cui tutti, in generale, vivevano.
Fu appunto doppio il numero dei morti nel periodo 1915-1918, rispetto al periodo 1915 – 1921: infatti nel 1918 su 4307 abitanti si verificarono 178 decessi, mentre in media erano 85 i defunti in un anno. Morti che non solo si verificarono in paese ma anche tra i nostri soldati al fronte e, tra questi, quelli che non furono trucidati sul campo di battaglia, ritornarono a Capracotta con conseguenze gravi che hanno sopportato fino alla fine.
Non solo morti in paese, nelle trincee o negli ospedali militari, ma anche tra i nostri compaesani emigrati in America per le gravi complicanze, dovute in gran parte alle precarie condizioni abitative degli stessi con lo svilupparsi, per molti di loro, della temuta tubercolosi.
I fattori prima citati e l’assenza di specifiche modalità in senso di prevenzione collettiva e individuale, furono le cause che determinarono il contagio apportato molto probabilmente dai militari provenienti dal fronte in licenza a Capracotta.
Crediamo che la lettura di queste pagine, anche se fa ricordare una triste parentesi della nostra storia cittadina, faccia considerare il rilevante progresso in tema di prevenzione di malattie epidemiche insieme a quanto la ricerca ha prodotto in tema di medicamenti e per l’agente eziologico, prima, e per le complicanze spesso conseguenti, poi, senza trascurare di mettere in atto tutta quella serie di regole a livello generale ed individuale, nel caso di future possibili pandemie, con il subdolo agguato, tra l’altro, della pericolosa e temuta antibiotico resistenza.
Gli autori
Felice dell’Armi – Domenico Di Nucci