Prosegue senza sosta l’attività di promozione della storia e della cultura di Capracotta da parte dell’Associazione “Amici di Capracotta”. Nei giorni scorsi, abbiamo consegnato una copia dei due volumi pubblicati per l’estate 2019, “Capracotta 1918: l’epidemia influenzale La Spagnola” e “baccari, d’Avalos, Petra e Pizzella: altomolisani nella chiesa dello Spirito Santo dei Napoletani a Roma, nelle più importanti biblioteche di Napoli: la Biblioteca Nazionale, la Biblioteca di Ricerca di Area Umanistica (Brau) dell’Università Federico II, la biblioteca dell’Archivio di Stato e la biblioteca della Società Napoletana di Storia Patria.
La Biblioteca Nazionale di Napoli, la più importante del Sud e una delle più importanti d’Italia, è stata fondata negli ultimi anni del XVIII secolo nell’allora Palazzo degli Studi, oggi sede del Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Attualmente, si trova negli spazi dell’antico Palazzo Reale. Dal primo nucleo di volumi, custoditi presso l’allora Reggia di Capodimonte, la Biblioteca Nazionale si è arricchita di ulteriori testi provenienti da raccolte pubbliche e private. Negli ultimi anni, in particolare, l’Istituto ha accresciuto il proprio patrimonio librario grazie a tutta una serie di acquisizioni finalizzate alla documentazione ed alla valorizzazione della cultura meridionale in tutti i suoi vari aspetti. Nel 1990, la Biblioteca ha aderito al Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN), progetto finalizzato alla realizzazione di una rete automatizzata di biblioteche, per lo scambio delle informazioni bibliografiche e per la circolazione dei documenti. Presso i suoi locali è istallato il Centro Elaborazione Dati cui sono già collegate molte biblioteche dell’area meridionale.
La Brau è nata nel 1982 dalla fusione di diverse biblioteche come “Biblioteca Centrale della Facoltà di Lettere e Filosofia” dell’Ateneo federiciano partenopeo. Nel 2008 si è trasferita nell’attuale sede del complesso di Sant’Antonio delle Monache a Port’Alba in piazza Bellini. Custodisce un patrimonio librario composto da oltre 250.000 volumi, tra cui diverse Cinquecentine e antichi incunaboli. Si rivolge essenzialmente a un pubblico universitario: docenti, ricercatori e studenti.
L’Archivio di Stato ha sede nell’antico monastero dei SS. Severino e Sossio in via Grande Archivio a Napoli. Fondato nel lontano 1808 per raccogliere in un unico luogo gli antichi archivi del Regno, conta oggi oltre 50.000 metri lineari di scaffalature. Custodisce i più importanti documenti della storia del Mezzogiorno dal X secolo in poi. Nei cinque anni di vita, l’Associazione Amici di Capracotta ha concentrato molte delle sue ricerche nei fondi dell’Archivio di Stato di Napoli riproducendo e studiando numerosi documenti storici su Capracotta, molti dei quali del tutto sconosciuti alla tradizione storiografica della nostra cittadina, in parte utilizzati per la pubblicazione in questione e in altra (larghissima) parte accantonati in vista di prossime pubblicazioni.
La Società Napoletana di Storia Patria ha sede in Castelnuovo (più conosciuto come “Maschio Angioino”) a Napoli ed è una delle più importanti società storiche nazionali per l’antichità delle sue origini, la ricchezza del proprio patrimonio librario di interesse meridionalistico e la vitalità delle sue iniziative scientifico – editoriali. L’istituzione, sorta nel dicembre 1875, riconosciuta Ente Morale con R.D. 29 Giugno 1882, è stata fondata da alcuni illustri studiosi- fra cui Bartolommeo Capasso, Francesco Correale, Vincenzo Cuomo, Bernardo Gaetani, Giuseppe, Giorgio, Luigi e Scipione Volpicella-, ma la prima Società Storica Napoletana fu ideata da Carlo Troya nel lontano 1843 e si inserisce in quel complesso di iniziative che portarono alla nascita di una rete di Deputazioni (organismi a nomina statale) e di Società (organismi costituiti per iniziativa locale), con l’ideale intento di contribuire, con lo studio del passato, a cementare l’unità morale degli italiani.
I due volumi vanno ad aggiungersi a tutti gli altri testi finora stampati dall’Associazione “Amici di Capracotta” che sono stati già tutti puntualmente consegnati in passato a questi prestigiosi enti culturali della città di Napoli.