Qualche settimana fa, ho partecipato al convegno organizzato da un’associazione di Pescolanciano sui temi delle aree interne.
È stato un appuntamento molto interessante perché è venuto un nutrito gruppo dal Trentino, un altro dalla Valcamonica (Brescia) e anche da Bergamo, Rimini e da un paese in provincia di Reggio Emilia, Succiso, che poco tempo fa ha vinto un premio europeo per quanto riguarda le attività (e visione dell’insieme delle problematiche) per ripopolare i territori in abbandono compatibili con l’ambiente.
In particolare i gruppi del Trentino e della Valcamonica hanno quasi 30 anni di attività e riflessioni con relativa mole di libri e scritti. Non ero tra i relatori ma sono riuscito a intervenire per i pochi minuti concessi al pubblico. Tra le varie cose, ho potuto rimarcare che:
– occorre lanciare una vasta e capillare campagna in cui si afferma che bambine/i potrebbero e dovrebbero trascorrere almeno i primi sette anni di vita in montagna e/o campagna riorganizzando la vita quotidiana e i modelli di convivenza. Ricordo che pochi anni fa il popolo Moshuo in Cina ha vinto il premio internazionale proprio perché è quello più a basso- se non zero- impatto ambientale;
– a questo va affiancato il rilancio delle scuole con il metodo Montessori;
– e che bisogna rilanciare le masserie/fattorie multiattività. E sarebbe auspicabile che si lanciasse una ricerca sulla vita e morte delle tante masserie esistite o esistenti nel territorio di Capracotta;
– le esperienze raccontate al convegno sono soprattutto di chi lavora nella zootecnia di qualità con annessa produzione casearia. A questo proposito ho detto che la montagna è vocata (soprattutto fino ai 1500/1600 metri) per quanto riguarda le Erbe Spontanee sia per gli animali che umani e siccome ci sono fior di studi che ne rilanciano l’eccellenza nutrizionale (a patto di cucinarle in modo appropriato) ma anche a fini cosmetici e medicinali tanto che aziende svizzere e austriache chiedono che si attivino corsi di formazione per raccoglitrici/tori o per chi volesse coltivare alcune specie. Non ultimo che vengano introdotte nei formaggi sia per nuovi gusti ma soprattutto perché li arricchirebbero da un punto di vista nutrizionale. E quindi con le esperte/i bisognerebbe far si che l’attività erboristica sia in armonia con quella dell’agricoltura che degli allevamenti gestiti in modo animalista ed ecologico;
– si è parlato molto della transumanza che continua in quelle zone anche se a piccoli numeri. Ne fanno anche tante attività collaterali e culturali e relative passeggiate sui sentieri. Da parte mia/nostra di “Vivere con Cura” proponiamo da anni anche le transumanze erboristiche perché su quei sentieri, grazie al transito in passato delle greggi si è creata una ricca biodiversità e quindi si potrebbero fare brevi percorsi sia per il riconoscimento delle piante ma anche con i tanti utilizzi e trasformazioni. Possibilmente appoggiandosi alle masserie in zona in modo che ci sia un valido supporto logistico e non solo: ciascuna/o si porterebbe a casa una “Provvista Erboristica”;
– a Capracotta, soprattutto in passato in vista dell’inverno, si facevano le provviste alimentari. È rimasta l’usanza di fare la passata di pomodoro o qualcuno di fare provviste del maiale fatto crescere in qualche masseria.
Ebbene la proposta nostra è che potremmo garantire gli insegnamenti per fare sul posto (ma anche presso il Giardino della Flora Appenninica) dopo la raccolta o con le piante essiccate nelle settimane precedenti, di tanti prodotti da utilizzare durante i mesi fine autunnali e invernali. Ne elenco alcuni:
– saponi con la tecnica a freddo. L’ideale è quello di Aleppo con le Bacche di Alloro messe a macerare in Olio di oliva. Questo sapone nato circa 5000 anni fa in Siria (da dove nasce l’Alloro che poi si diffonderà in tutto il mediterraneo è ottimo non solo per la pelle/corpo ma anche per lavare i capelli (aggiungendo anche altre erbe come ortica, rosmarino, malva, menta…) ma anche per i panni, grattugiandolo e facendolo sciogliere per metterlo in lavatrice. Penso che sia chiaro che grande attività sia ecologica che esperienziale-culturale sia attivare già solo la realizzazione tramite insegnamento diretto dell’arte di fare i saponi. In questo caso “a freddo” cioè senza le lunghe e asfissianti cotture del grasso animale.
Ma oltre ai sapone si possono fare:
– unguenti, pomate, creme per il corpo. E ancora: tinture madri, gemmoderivati, Fiori di Bach e anche dentifrici, shampoo liquidi e tanto altro
– e fare anche marmellate, sciroppi, succhi, biscotti… e imparare a fare pane e pizze con farine locali bio, lievito madre e cotto con forno a legna o solari…
Insomma voglio dire che, soprattutto in alto Molise- ma questo vale anche per tutto il Molise-, non abbiamo inquinato le preziose erbe spontanee, abbiamo la tradizione delle masserie, grandi centri quasi di autosufficienza alimentare, abbiamo i tratturi con tanta altra biodiversità, tanti paesi-presepe ideali per trascorrere i primi sette anni (e dimenticavo l’arte di fare capanne in legno e/o pietra, ideali per trascorrerci delle ore o dormirci quando è possibile) e inoltre abbiamo gli studi dal Giappone della Medicina della Foresta (con annessa ForestaTerapia e Bagni di Foresta) e non ultimo dobbiamo rilanciare la nostra radice religiosa, la Dea Kerres della Tavola Osca, incarnazione della natura tutta: selvatica e non ma che va amata-conosciuta-amata in un circolo virtuoso all’infinito. Soprattutto ora in tempi bui per quanto riguarda il riscaldamento del pianeta e i mille inquinamenti.
Ecco perché propongo di far si di incontrare il movimento “Fridays for Future” e altri perché questi nuovi giovani stanno prendendo coscienza che occorrono scelte radicali per cercare di salvarci e noi possiamo proporre loro dei gemellaggi e che il Molise tutto diventi “Scuola Permanente” di pratiche ecologiche unendo il meglio del passato con le tante scoperte sia degli ultimi anni che di popolazioni altre unito sia all’arte che alle ultimissime tecnologie. Il tutto nel grande spirito della “creanza” e della convivialità che caratterizza il meglio dell’animo molisano descritto, secondo me, in modo eccellente dalla scrittrice Lina Pietravalle di cui ho invitato alla lettura soprattutto i suoi racconti.
Come Casa delle Erbe “Irene e Lucia di Milione”, oltre a continuare le ricerche su singole piante dedicando loro settimane o mesi con tanto di convivi con degustazioni e feste, proponiamo di fare lo stesso per gli animali del territorio (e non) sia selvatici che di corte o allevamento, sempre animalista. Questo abbiamo iniziato a fare durante i mesi di luglio e agosto negli ultimi anni durante la ludoteca a Capracotta e che terminava ogni volta con la sfilata di carrozzelle riciclate addobbate a tema e spesso con cavallucci di legno non più utilizzati privatamente.
Questa pratica delle sfilate-cortei degli animali era un’antica usanza caduta con l’avvento delle società che considerano gli animali -e le piante- inferiori agli umani. E invece con umiltà dobbiamo riconoscere che siamo allo stesso livello -anche se diverso- piano e il benessere o è di tutte/i o di nessuno così come il progresso. Per questo suggerisco che, come per esempio si fa alla festa triennale della Madonna di Loreto ove è una meraviglia vedere sfilare i Cavalli, così pian piano potremmo -e dovremmo- fare sfilate dei singoli animali dopo una settimana o mese di ricerche, approfondimenti e rivisitazione del rapporto con loro.
Penso che sia un debito che abbiamo verso piante e animali e potrebbe essere un grande segno di vera civiltà e anche attrazioni per i nostri territori.
Antonio D’Andrea
Circolo “Irene e Lucia di Milione” di Capracotta