Un nuovo allarme sui servizi sanitari nel Molise altissimo. Lo lancia, con forza, il sindaco di Capracotta Candido Paglione: «In questo delicato momento è necessario più che mai unire tutte le forze, a prescindere dagli schieramenti politici, per riaffermare in modo convinto il sacrosanto diritto delle nostre comunità alla piena e duratura esigibilità del diritto alla salute» esordisce Paglione.
Che poi prosegue: «Per il nostro territorio, il Molise Altissimo, il più difficile della Regione dal punto di vista oro-geografico e della viabilità – nessuno può pensare di continuare a utilizzare semplici calcoli ragionieristici, giocando sulla pelle delle nostre popolazioni. Per questo occorre finalmente fare chiarezza e pretendere che le leggi vengano applicate. Appare strano, infatti, come soltanto in Molise il Decreto Balduzzi – la norma che ha previsto gli “Ospedali di Area particolarmente disagiata” – trovi tante difficoltà per essere attuato».
Quindi la proposta: «Ho suggerito al sindaco di Agnone – dice – di assumere il ruolo di capofila e di coinvolgere tutto il territorio della ex Comunità Montana di Agnone oltre a quello dell’Alto Vastese, chiedendo ai sindaci di essere parte attiva in questo momento di grande difficoltà. La prima riunione, anche se tardiva, ha posto le basi per cominciare a ritrovarsi. Adesso occorrerà fare il resto. Prima di tutto rivendicare la specificità del nostro territorio che non può essere considerato alla pari di quello di Isernia o di Termoli – ai quali va tutta la nostra solidarietà per le battaglie che stanno portando avanti in difesa della sanità pubblica – ma, al contrario, ricordare le difficoltà oggettive legate appunto all’altimetria e al disagio ambientale. Appare ridicolo, al riguardo, che ci sia ancora qualcuno che da qualche comoda scrivania possa pensare di risolvere tutto con l’elisoccorso. Mi domando se chi ha scritto quelle stupidaggini sia mai stato dalle nostre parti durante l’inverno, quando imperversano le bufere di neve. Ecco, se solo avessero avuto il buon senso di ascoltare qualche amministratore del Molise Altissimo forse si sarebbero risparmiati di scrivere quella proposta indecente. Non chiediamo centri di eccellenza o reparti super specializzati, chiediamo solo di poter mettere in sicurezza, per quanto possibile, la vita di quelle persone – autentici eroi – che hanno deciso di restare a vivere su queste montagne. La domanda più frequente che ci viene rivolta dalle persone anziane principalmente è sempre la stessa: e se mi sento male quando fa la bufera? Vorremmo poter rispondere che siamo in grado di prenderci cura di chiunque dovesse avere bisogno di cure immediate».
In conclusione, poi, il suggerimento: «L’Altissimo Molise ha bisogno di atti concreti e definitivi, non di pannicelli caldi che vengono dati all’occorrenza e in maniera quasi caritatevole. Occorre, per questo, una presa di coscienza della politica, a tutti i livelli. Ci piacerebbe sapere, al netto delle sceneggiate politiche, alle quali siamo ormai abituati da tempo, la posizione della maggioranza e dell’intero consiglio regionale. Ma è davvero così difficile pensare di destinare una percentuale fissa – credo non superiore al 5% della spesa sanitaria regionale – per garantire il diritto alla salute dei cittadini del Molise Altissimo? E quanti secoli ancora dovremo aspettare per uscire dal piano di rientro? Dobbiamo reagire a questa sorta di morte lenta alla quale ci stanno portando e vincere la rassegnazione che rischia di prendere il posto della speranza».