Il presepe 2019-2020 di Capracotta. Foto: Vincenzo Fiadino
Colgo l’occasione dell’approssimarsi di questo Natale, in cui tutto il mondo è in giubilo perché finalmente, dopo millenni di storia, abbiamo un Papa che piace a Elton John, per parlare di musica. Si dice che la musica sia un linguaggio universale che veicoli sentimenti universali. D’altronde chi è che ascoltando Wagner non viene colto dal desiderio irrefrenabile di invadere la Polonia? Come saprete il documento musicale considerato più antico riguardante la musica tradizionale della nostra terra è la “Sèrènade d’un montagnard des Abbruzzes à sa maitresse” di Hector Berlioz nella sinfonia Harold en Italie del 1834, che Berlioz ha scritto in seguito all’ascolto di alcuni zampognari a roma. difatti più che una serenata sembra una musica processionale o di accompagnamento a qualche pellegrinaggio.
Però c’è un’altra composizione forse ancora più antica: la Pastorale di Capracotta. La Pastorale di Capracotta è una musica natalizia che è stata mantenuta nel tempo grazie all’uso liturgico che se ne è fatto durante le celebrazioni natalizie. Teoricamente è stata trascritta dal maestro Alfonso Falconi lo scorso secolo ma si rifà ad antiche musiche per zampogna, o per meglio dire scupina, presente fino all’800 nel territorio capracottese e poi sostituita dall’organetto e presente quindi solo sporadicamente nel ‘900. Quindi la musica è sopravvissuta all’uso dello strumento grazie al fatto che è stata poi suonata all’organo nella Chiesa Madre.
La melodia sembra simile a “Tu scendi dalle stelle” ma non deve trarre in inganno: molto probabilmente la Pastorale di Capracotta è ancora più antica di “Tu scendi dalle stelle”. Quest’ultima è stata composta da Sant’Alfonso de Liguori nel 1754 riprendendo le musiche delle novene degli zampognari. “Tu scendi dalle stelle” infatti è uno dei più classici pezzi natalizi per zampogna, ma paradossalmente “Tu scendi dalle stelle” non si può fare con la zampogna in quanto la melodia si spinge fino alla sesta, mentre la zampogna arriva solo fino alla quinta (se si escludono alcune zampogne moderne modificate) e, quando si suona “Tu scendi dalle stelle” alla zampogna, bisogna adattarla facendo un trillo sulla quinta per dare il senso del distacco della nota e rimanere comunque nell’accordo senza stonare in quanto la quinta è la dominante della scala e quindi, detta brevemente, non stona con tutte le altre note.
Quindi “Tu scendi dalle stelle”, la pastorale di natale, non era suonata così dagli zampognari. E come veniva suonata allora prima di Sant’Alfonso de Liguori che la canonizzò nella sua forma attuale con la sua sensibilità di musica colta che quindi si attiene a determinate regole dell’armonia? Molto probabilmente più o meno come la Pastorale di Capracotta.
Anche la Pastorale di Capracotta è un riadattamento colto e poi gli zampognari suonano ognuno come meglio crede e come se la sente al momento, però la Pastorale di Capracotta mantiene alcune caratteristiche particolari. Solitamente si ritiene che la particolarità della Pastorale di Capracotta è che, a un certo punto, vada in minore, ma questo non è esatto. Questo se riferito ad un sistema musicale moderno, e poi non si può dire che vada in minore ma più precisamente alterna nella melodia la terza maggiore e la terza minore. La terza nella scala musicale è detta la modale, in quanto da il modo maggiore o minore. Ma questo in un sistema musicale moderno. Nei sistemi musicali più antichi o etnico-popolari, le cose sono più complesse (o meno complesse, dipende dai punti di vista).
In un sistema musicale appunto modale, che sono i sistemi delle musiche etniche e popolari, ci si cura di meno del fatto di rimanere nell’accordo e si punta di più alla melodia, e portando questo su una zampogna, che al problema del restare nell’intervallo di quinta, il risultato è quello di alzare o abbassare in base alle esigenze melodiche il semitono della terza, ed ecco apparire la Pastorale di Capracotta e il suo uso particolare del minore.
Questo ne certifica anche l’antichità.
Questo uso della terza minore è anche attestato in generale nella musica molisana e nella musica per zampogna anche di altre regioni per altre tipologie di musiche come serenate o canti processionali. per esempio lo si ritrova nelle laudate di Larino e San Martino in Pensilis. Altri tipi di utilizzo dei semitoni si ritrovano a Fossalto, dove c’è anche un tipo autoctono di zampogna.
Auguri a tutti voi che avete la fortuna di ascoltarlo in chiesa e spero che questa musica riporti tutti a quando il Natale non era il format mainstream fatto di regali, neve artificiale e lucette intermittenti.
Riccardo Mordeglia