La notizia è di quelle importanti. Il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, ricandidato alla sua Presidenza, nelle settimane scorse, ha annunciato lo stanziamento di 15 milioni per tagliare o azzerare l’Irap per le imprese di montagna.
Si tratta di un piano di investimenti per la messa in sicurezza e la viabilità del territorio appenninico sostenuto da una parte significativa dei 360 milioni di euro liberati dal recente accordo Stato-Regioni; una proposta di riordino territoriale che riconosca alle Province le risorse necessarie per esercitare le funzioni previste. L’annuncio durante la Conferenza regionale della montagna, dove Bonaccini ha ricordato come la montagna sia sempre stata al centro delle politiche regionali perché, va detto, vivere e lavorare in montagna non è la stessa cosa che farlo in pianura, per cui le difficoltà vanno riconosciute e compensate affinché tutti i cittadini abbiano davvero pari diritti e pari opportunità.
Dunque, a bilancio vanno 15 milioni per questi scopi, per attuare – cioè – quella che si chiama fiscalità di vantaggio, attraverso una diminuzione dell’Irap di almeno un terzo per le imprese che già lavorano in montagna e l’azzeramento per un minimo di tre anni per quelle che vogliono avviare un’attività.
Anche i meccanismi di attuazione sono molto semplici: si tratta di uno sconto fiscale da applicarsi automaticamente e senza burocrazia per sostenere quella rete di piccole imprese ed esercizi commerciali, quali bar, negozi di alimentari, botteghe artigiane, che sono il tessuto economico e sociale che, nei fatti, tiene viva una comunità. Serve per combattere abbandono e spopolamento e dare nuove opportunità di lavoro soprattutto ai giovani. Anche perché abbandono e spopolamento sono tra le concause di quel dissesto idrogeologico che rappresenta uno dei mali storici dell’Appennino.
«Concetti, quelli espressi da Bonaccini, che sono da sempre i nostri temi» sottolinea il sindaco di Capracotta Candido Paglione. Che poi aggiunge: «Dobbiamo passare da una visione museale a una visione produttiva della montagna, per questo ricordo, prima di tutto a me stesso, che non c’è giustizia sociale senza una legislazione che tenga conto delle differenze che esistono tra i territori. La legge è uguale per tutti (i territori) quando tutti (i territori) sono uguali. Quando ciò non è – cioè non tutti i territori sono uguali – allora occorrono leggi diversificate, prevedendo correttivi per i territori più svantaggiati. Così e solo così si crea giustizia sociale. Questo è il ragionamento che sta alla base della richiesta di una cosiddetta fiscalità di vantaggio anche per i territori montani della regione Molise». Intanto, la Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI) torna nel bilancio dello Stato – approvato nei giorni scorsi – con 90 milioni di euro e per la prima volta arrivano contributi per le imprese e le attività di privati in questi territori. E’ passato, tra l’altro, il concetto che non c’è sviluppo senza sostegno alle aziende e agli esercizi commerciali nelle zone rurali e montane.
«Facciamo nostro l’appello dell’UNCEM a comprare in montagna – prosegue Paglione – nei nostri paesi, a non portare tutto da casa, a entrare nelle botteghe, magari anche pagando qualche centesimo in più, pensando ai nostri luoghi, alle comunità che accolgono i turisti, all’ambiente e alle persone che hanno scelto di restare tutto l’anno. La presenza nei nostri paesi delle piccole imprese, degli esercizi commerciali, dei servizi, della scuola, dell’ufficio postale, della farmacia, della parrocchia è una presenza che nei nostri territori fa bene a tutti. Per questo è giusto riconoscerla. Con questi piccoli gesti permettiamo ai nostri paesi di vivere».