L’Italia è nella tenaglia del Covid-19. Il sistema sanitario pubblico – tuttavia – sta fornendo una grande prova, pur tra mille difficoltà. Da notare soprattutto la capacità di adattamento e di ampliamento delle strutture in tempi piuttosto celeri.
Che questa sia l’occasione per ripensare il ruolo del sistema sanitario pubblico, anche in Molise, ne è convinto il sindaco di Capracotta Candido Paglione. Che rilancia sull’Ospedale di Agnone e sul suo ruolo strategico in questa fase di emergenza e in prospettiva.
«Al Presidente della Regione, ai Sindaci del comprensorio, ai vertici sanitari regionali dico: prendiamo il coraggio e rilanciamo il nosocomio agnonese – afferma senza mezzi termini Paglione-. Un presidio sanitario in alto Molise è indispensabile, non lo scopriamo certo oggi. È stato depotenziato per tagliare i costi, per razionalizzare, ma oggi scopriamo che è vitale. Ci auguriamo che la provincia di Isernia mantenga il suo primato nazionale di unico territorio senza infettati dal Covid-19, ma in caso contrario il nostro territorio avrebbe serie difficoltà, con i privati che si sono – pare – defilati. Dunque prendiamo quello che di buono può arrivare da questa situazione drammatica. Rompiamo gli indugi, le risorse ci sono, manca solo la volontà politica».
Quali misure concrete si possono attuare dunque? Paglione non ha dubbi: «Istituire subito un minimo di posti di terapia intensiva (4 o 5), che potrebbero rivelarsi necessari in questa fase e preziosi comunque a emergenza finita; quindi un presidio di pronto soccorso, che a regime non avrebbe senso senza i posti di terapia intensiva, un nuovo e mirato utilizzo delle sale operatorie e un reparto di medicina che riprenda a funzionare. Ecco, con pochi passaggi e investimenti contenuti, potremmo riavere un presidio indispensabile per una zona che i disagi e le emergenze le vive – di fatto – ogni giorno».