Capracotta vista da Monte Campo. Foto: Sebastiano Di Tella
Fra quei monti fatti a sella
verso oriente alla Maiella,
d’invidiabile condotta,
laborioso e rispettato,
vi è un paese situato
su gran massi a punta rotta,
Capracotta.
Tutta gente risoluta,
educata ed evoluta,
dal bracciante al proprietario,
dall’artiere al magistrato
(dei quali ultimi ne ha dato
molti; è scritto all’inventario
millenario).
Vivon come? Una porzione
con l’industria del carbone,
e non meno sembran nati
pel bestiame. Questi veri
redditissimi mestieri
son dai padri, sempre stati
tramandati.
Nell’inverno, dal Natale,
fino a tutto il Carnevale,
quale gioia in quelle sere…
Par che giri l’allegria
Per le case e per la via…
Mascherate, canto e bere,
che piacere!
Con la favola del nonno
il bambin trascura il sonno.
E col suon dell’organetto
le ragazze fan l’amore…
E così si passan le ore
in quel tempo benedetto,
pria del letto.
Più c’è neve più è giulivo
lo spettacolo sportivo
degli Sci. Quanta salute…
Bello è poi veder la gara
d’una squadra che s’impara.
Non si contan le cadute…
Che vedute…
Quando torna il sol di Maggio,
ad ornar l’esteso faggio,
quel profumo, quel colore,
e quel canto dell’augello…
par che tutto invita al bello
della vita, dell’amore.
Che splendore.
Da vicino e da lontano
s’ode il canto paesano
che fa eco d’ogn’intorno…
Son le contadine in coro,
che, pe’ i campi fra di loro,
sembran prepararsi il giorno
pel ritorno!…
Tutti dicon che, quel canto
affascina e sa d’incanto,
di purissima dolcezza;
completato è da natura,
con quell’aria fresca e pura
par che l’alma ti accarezza…
Che bellezza!
È una provvidenza vera
pel malato che dispera.
Spesso, come ad ogni costo
se ne vedon, per guarire,
per sollazzo, per gradire,
specialment’è in luglio e agosto,
il più bel posto!…
Capracotta «sentinella»
guarda, guarda dalla sella
dei tuoi monti i campi estesi.
Sia se sgombro, o con la neve,
riconoscer ti si deve
che t’invidiano i paesi,
in tutti i mesi.
Nicola D’Andrea
(giugno 1914)
Si ringrazia per la collaborazione l’amica Anna Zbrozek