Flaviano Testa con il suo obiettivo sceglie come racchiudere i paesaggi, i paesi che incontra in un quadrato o in un rettangolo a colori o in bianco e nero, ma sa sempre cosa vuole raccontarci e ferma “l’attimo” in cui percepisce un’emozione e ce la descrive con le immagini che ci invia. Oggi siamo in alto Molise. Capracotta è una piccola città, in provincia di Isernia, posta lungo uno sperone di roccia con vista sui crinali della Maiella. Come tanti paesi del Molise non raggiunge i mille abitanti, ma la sua particolare caratteristica è che sorge a 1421 metri sul livello del mare e questo ne fa il secondo comune più altro dell’Appennino. Poco lontano dal centro abitato si erge Monte Campo che raggiunge i 1746 m, siamo in montagna dunque e lungo la strada che congiunge il paese con Pescopennataro si può godere della refrigerante ombra del “Giardino della Flora Appenninica”. Costituito nel 1963, si tratta di un orto botanico naturale, tra i più alti d’Italia, che si estende per oltre dieci ettari, in cui vengono conservate, tutelate, protette le specie vegetali della flora autoctona dell’Appennino centro-meridionale, e si allunga per valli, boschi e praterie, fino a sfiorare una foresta di abete bianco che copre le pendici di Monte Campo. Grazie alle diverse caratteristiche del terreno, ospita numerosi habitat naturali, dal palustre al rupicolo, dalla faggeta all’arbusteto e vi si possono ammirare specie di piante rarissime o in via di estinzione. Tra le specie spontanee di maggior pregio, oltre ai faggi e all’abete, si annoverano il giglio rosso, l’orchidea palmata, lo spillone della Maiella e la stella alpina degli appennini. Sono certamente luoghi che, nel rispetto dell’ambiente, consentono di vivere in mezzo alla natura in un’atmosfera di pace più unica che rara. Durante lo scorso mese Capracotta è balzata agli onori della cronaca e su tutti i telegiornali del mondo è apparso un video in cui si vedeva il paese letteralmente sommerso dalla neve. In un giorno solo, tra il 7 e l’8 marzo, erano caduti 256 centimetri di neve, battendo così un record mondiale che la piccola città molisana avrebbe strappato a due località degli Stati Uniti. Data la posizione, l’altitudine e l’esposizione ai venti del nord, non è raro che nel paese arrivino pesanti precipitazioni durante l’inverno, tant’è che nel gennaio del 1997 Capracotta ha avuto l’onore di ospitare i Campionati nazionali di sci di fondo. E chi non è giovanissimo ricorderà come l’amena località del Molise fu portata alla ribalta dall’Albertone nazionale già nel film Conte Max con Vittorio De Sica, dove la definiva “piccola Cortina degli Abruzzi”. Le emergenze dovute alla neve non sono cosa di oggi insomma, è raccontato nella storia del dopoguerra che il dottor Gennarino Carnevale, sindaco del paese, martoriato dal recente conflitto, nel 1949 scrisse una lettera al sindaco della città Jersey City in New Jersey, significando le necessità che lo affliggevano:
“Il nostro paese, situato nell’Italia centrale a 1421 mt. sul livello del mare e fiancheggiato da monti ancora più alti, ogni anno, per ben sei mesi, giace sotto le abbondanti nevicate, e spesso restiamo completamente isolati dal mondo intero. – E la bufera è così violenta, il più delle volte, che spesso, ad un malato grave è vietata l’assistenza medica e, alle volte, il conforto spirituale del nostro buon Parroco … Noi, in questo paese, abbiamo quindi urgente bisogno d’uno spazzaneve, magari vecchio, non importa, purché ci liberi la via che conduce fuori di Capracotta. (. …) La buona gente di Jersey City vorrebbe adottare il Comune di Capracotta? – Vorrebbe ascoltare la nostra preghiera e far sì che potessimo avere uno spazzaneve?”
Gli emigrati di origine molisana e non solo, in una gara di solidarietà, si interessarono di raccogliere fondi che consentirono l’acquisto e la spedizione del mezzo richiesto.
La città di Capracotta ha origine antichissime, in località Guastre sono stati rivenuti reperti dell’età del Ferro e in località Morrone sono stati ritrovati strumenti di caccia dell’uomo di Neanderthal. Nei pressi dell’abitato, si ergono mura poligonali, appartenenti a una fortificazione sannitica. Nel suo agro, in località Fonte del Romito, fu rinvenuta la famosa tavola bronzea recante un’iscrizione in lingua osca, nota come “Tavola di Agnone” e oggi conservata al British Museum di Londra. In centro al paese è sicuramente da visitare la chiesa settecentesca di Santa Maria Assunta che all’interno conserva una statua attribuita allo scultore napoletano Colombo, oltre a pregevoli marmorei barocchi. La più grande attrattiva di Capracotta resta comunque il suo splendido territorio che permette escursioni in boschi stupendi durante l’estate e consente di dedicarsi a sport invernali quando Prato Gentile si copre di neve, usufruendo di efficienti impianti funicolari, luoghi di ristoro e piste da sci. L’appuntamento più tradizionale di Capracotta, che richiama in paese molti turisti, è la sagra della “pezzata” che si tiene ogni prima domenica di agosto nell’incantevole cornice naturale di Prato Gentile. È l’incontro di tante persone con la più antica tradizione del luogo che consente di gustare pezzi di agnello bollito e di capretto cotto alla brace, ritornando così alle originali ricette dei pastori che, costretti a stare lontano da casa per lunghi periodi, si cibavano del loro gregge. Una curiosità, leggendo “Addio alle armi “ di Hemingway sarà possibile sentir nominare un sacerdote, “l’esile cappellano “che arrossiva facilmente”, lo descrive sorridente e paziente in mezzo ai soldati che a volte lo tirano per la tonaca e lo mettono in imbarazzo con racconti piccanti. Il giovane pretino era don Placido Carnevali di Capracotta e invitava, nelle pagine dell’avvincente romanzo, Frederick Henry, il protagonista, a visitare la sua terra dove sarebbe stato accolto amabilmente dalla sua famiglia.
“Le piacerà la gente, e il clima benché freddo è sereno e asciutto… Mio padre è un gran cacciatore.”
Il tempo sembra non essere trascorso, fare visita a Capracotta è come sentirsi a casa, le persone sono gentili e ospitali e il paesaggio bellissimo proprio come raccontava don Carnevali. “Le notti sono fresche d’estate, e non c’è primavera più splendida in Italia. Ma ancor più meraviglioso è d’autunno andare a caccia nei boschi di castagni…”
Franca Poli
Fonte: In giro per il Molise con Flaviano Testa – Capracotta