Vitantonio Di Nucci e la moglie in una foto degli anni Trenta
Celestino Di Nucci e Maria Domenica Paglione indicarono alla levatrice di chiamare il figlio, nato nel 1868, Loreto. All’atto della registrazione al Comune, la levatrice dichiarò invece Vitantonio per rinnovare nel nome un suo nipote. Da piccolo insieme al fratello Carmine, Vitantonio dette una mano al padre Celestino che era il vaccaro della famiglia Campanelli nella masseria sotto il dirupo. In famiglia si racconta ancora che si recò quattro volte negli Stati Uniti: nei documenti di Ellis Island abbiamo trovato solo tre viaggi. Nel 1897 si imbarcò sulla nave “Normandia” chiamato dal fratello Carmine: sbarcò con 7 dollari in tasca ed era diretto a Bristol.
I due fratelli formavano una coppia di robusti lavoratori e per un certo periodo lavorarono insieme alla costruzione di una ferrovia, spingendo a forza di braccia pesanti carrelli lungo i binari. Tornò nel 1901 e nel 1902, dopo la nascita di un altro figlio, si imbarcò il giorno 8 ottobre a Napoli sulla nave “Lombardia” insieme ad altri compaesani. Sbarcò a New York il 17 ottobre 1902 con la nave “Patria”, probabilmente perché durante il viaggio dovette succedere qualcosa alla “Lombardia” che richiese il trasferimento dei passeggeri su altre navi. Infatti, arrivò a New York 5 giorni più tardi. Scese sul suolo americano come “laborer”, con 8,90 dollari in tasca e con destinazione finale a Pueblo, noto centro minerario. Probabilmente lavorò come minatore: il lavoro in miniera era duro ma molto redditizio. Tornò di nuovo a Capracotta nel 1905 e ripartì nel 1907. Rientrò definitivamente a casa prima dello scoppio della Prima Guerra Mondiale. Affrontò le spese per costruire una bella casa alla “Fundione”, comprò delle terre e buoi e mucche per continuare il mestiere paterno.
Vitantonio era un devoto alla Madonna dei Miracoli e quando tornava faceva in modo di partecipare al pellegrinaggio che prevedeva il cammino a piedi tra Capracotta e Casalbordino, la partecipazione alla processione dell’11 giugno e il ritorno. I numerosi pellegrini partivano da Capracotta la mattina del 9 giugno e tornavano il 13 giugno sfilando per il corso Sant’Antonio con mazzi di spighe mature. In testa alla sfilata, quando c’era, Vitantonio faceva coppia con Alfonso Buccigrossi. I pellegrini-portatori provenienti da Capracotta ancora hanno oggi il privilegio di far uscire a spalla la statua della Madonna dal santuario e alla fine della processione farla rientrare. Alfonso Buccigrossi a proprie spese fece confezionare uno stendardo ancora oggi custodito dai suoi discendenti. Vitantonio, ritemprato nello spirito, si affidava alla protezione della Madonna e ripartiva per una nuova tappa sul suolo americano e continuò a partecipare al pellegrinaggio fin a quando è stato in vita. Morì nel 1956.
Domenico Di Nucci
Fonte: AA.VV., A la Mèrɘca. Storie degli emigranti capracottesi nel Nuovo Mondo, Amici di Capracotta, Cicchetti Industrie Grafiche Srl, Isernia, 2017