Italo Calvino nel 1956 diede alle stampe il volume “Fiabe italiane”, pubblicate dalla casa editrice Einaudi.
Nell’introduzione al testo a pag 19, Calvino cita il capracottese Oreste CONTI unitamente ad altri autori molisani come Eugenio CIRESE (autore di apologhi e favole, riportati in “Tempo d’allora” 1939 e nella rivista “La Lapa” del giugno 1959), oltre ad un testo di Berengario AMOROSA, riguardante il folklore di Riccia.
Nella sterminata Bibliografia (solo per concludere questa impiegò ben due anni di lavoro), Calvino cita di Oreste CONTI “Letteratura Popolare Capracottese”, con prefazione di Francesco D’Ovidio 2° edizione – Editore Luigi Pierro – Napoli 1911.
A parte questa lusinghiera citazione, tra le 200 fiabe che compongono l’opera, non sono presenti le tre che Oreste CONTI include nelle ultime pagine della sua pubblicazione, cioè: “La pecora con le corna d’oro” – “Belloccia” – “La fata e le sette chiavi”.
Nell’opera calviniana vengono riportate solo due fiabe molisane “La Borea e il Favonio” e “Il sorcio di palazzo e il sorcio d’orto”.
Oreste CONTI (1877 – 1919) fu autore di 12 pubblicazioni, ma è conosciuto soprattutto per la sua “Letteratura Popolare Capracottese: raccolta più completa di locuzioni, usi e costumi, indovinelli, proverbi, novelle della tradizione capracottese.
In campo etnologico il Molise ha espresso personalità di spicco, tra le quali Eugenio e Alberto Maria CIRESE, Lina e Nicoletta PIETRAVALLE fino al contemporaneo Mauro GIOIELLI.
Nell’agosto 2018 a Capracotta si tenne il convegno “Arti e Tradizioni molisane”; l’intervento di Mauro Gioielli fu incentrato soprattutto sulla figura di Oreste CONTI e della sua opera più famosa, della quale così si espresse:” Libro fondamentale per il folklore molisano, perché è il primo dedicato interamente ad argomenti etnici: per la prima volta vengono riportate in una pubblicazione, le trascrizioni di canti dialettali regionali, anche se si tratta solo di tre canti!”
Nel testo “Fiabe, leggende e racconti popolari del Sannio” (Edizioni Cosmo Iannone 1993) Mauro Gioielli aveva già riproposto le tre fiabe di Oreste Conti.
Con la speranza di aver destato un minimo di curiosità su questo tema, non resta che procurarsi a questo punto uno dei due testi dove sono riportate le fiabe del Conti, per dargli un nuovo respiro, in un bel tuffo rigenerante nel passato.
Paolo Trotta