Il 15 agosto, la Chiesa Cattolica celebra la festa dell’Assunzione della Vergine Maria al cielo. Questo culto, secondo cui la Madre di Gesù sarebbe andata in Paradiso in anima e corpo al termine della sua vita terrena, si è sviluppato già a partire dal V secolo d.C. ma è stato riconosciuto ufficialmente da Papa Pio XII soltanto il 1° novembre del 1950 con la costituzione apostolica “Munificentissimus Deus”.
A Capracotta, la Chiesa Madre è dedicata a Santa Maria in Cielo Assunta e, secondo alcune ricerche condotte dal sacerdote capracottese padre Mario Di Ianni, sarebbe la parrocchia dedicata all’Assunta più alta d’Italia. Al suo interno, l’11 agosto del 2002, alla presenza dell’allora vescovo di Trivento Mons. Antonio Santucci, è stata sistemata la nuova statua dell’Assunta nella nicchia del suo altare situato in fondo alla navata sinistra. La statua è stata donata da una famiglia di Capracotta, che ha voluto mantenere l’anonimato, ed è stata ricavata da un tronco di tiglio per mano di un artista gardenese che ha un rapporto davvero speciale con la nostra cittadina: Alexander Kostner.
«Sono venuto per la prima volta a Capracotta nel 1997 per partecipare ai Campionati italiani di sci di fondo come atleta del Gruppo Sportivo dell’Esercito- racconta Alexander-. Sono rimasto colpito dall’atmosfera. Cinquemila spettatori lungo un anello di cinque chilometri: sembrava di stare ai campionati del mondo. Sicuramente quelle di Capracotta sono state le gare più belle a cui ho partecipato».
Poi, vi è tornato nel 2002 per consegnare la statua dell’Assunta. Alexander appartiene a una famiglia di artigiani in cui da sei generazioni si tramanda l’arte della scultura. Ha frequentato prima l’istituto d’arte e poi è andato a bottega dal “maestro” specializzandosi in arte sacra nei vari stili.
«La statua di Capracotta è uno dei miei lavori più belli- confessa-. Non sono mai più riuscito a riprodurre il viso della Madonna in quel modo. Da questo punto di vista, a Capracotta avete un’opera davvero unica. La statua è stata dipinta da mia sorella Barbara con una tecnica di pittura a olio molto diffusa in Val Gardena in grado di far intravedere il legno sottostante. Io e mia sorella siamo molto legati all’Assunta di Capracotta anche perché all’epoca eravamo molto giovani: io avevo 26 anni; Barbara appena 23 anni».
Quando rivedremo di nuovo Alexander a Capracotta? «Non lo so. O ci vengo in vacanza o magari mi commissionerete un’altra opera. Non si sa mai…», risponde sorridendo. In un modo o nell’altro, ti aspettiamo a braccia aperte.
Francesco Di Rienzo