Il 6 aprile 1961 nella cronaca molisana della pagina 4 del giornale “Il Quotidiano” scrivevo un articolo dal titolo: “Note archeologiche capracottesi”. In esso mi riferivo all’interesse che aveva destato la mia attenzione e curiosità: un’iscrizione incisa sull’architrave di una piccola finestra situata sulla facciata di uno stabile di fronte alla chiesa madre in Via Carfagna 78 del nostro paese.
L’iscrizione all’epoca fu sottoposta all’esame di docenti dell’ateneo napoletano secondo i quali si trattava di un crittogramma cristiano che fra i tre puntini significava chiaramente “AVE MARIA”. Le cifre arabe a destra, e cioè 179, sarebbero incomplete per l’usura della pietra; per poter individuare la probabile data della costruzione dell’immobile c’è da pensare ad un periodo che potrebbe essere compreso nel decennio 1790-1799. L’incisione in alto, al centro e le tre a sinistra dell’iscrizione risultano incomprensibili. Non a torto, anche da quanto all’epoca da alcuni compaesani mi fu riferito, si poteva presumibilmente credere che quell’abitazione fosse stata la sede di qualche congregazione religiosa o la dimora di una personalità ecclesiastica.
L’entusiasmo di oltre quaranta anni fa che provai nel cercare di decifrare al meglio la citata iscrizione, è stata di botto annientato quando, armato di macchina fotografica, in occasione dell’olimpiade sacra dell’8 settembre dell’anno 2008 volevo fotografarla nuovamente, ma purtroppo, con estrema delusione, non c’era più! L’ammodernamento della facciata di quell’abitazione, in seguito a lavori di restauro, senza tener minimamente conto che si operava su un manufatto antico, ha fatto irrimediabilmente perdere una iscrizione che aveva oltre trecento anni.
Quando si distrugge l’antico con la scomparsa di testimonianze remote si annulla il ricordo della storia. Spesso sono solo le date incise sulle chiavi di volta di alcuni portali o in altri siti sopravvissute a testimoniare l’epoca di costruzione degli edifici o altro. Oggi quei segni che gli uomini e i secoli hanno lasciato sulle pietre dovranno essere gelosamente conservati per quei valori che essi rappresentano. Sono sicuro che queste mie note costituiscono un modo per attirare l’attenzione su tale problematica, invitando gli organi competenti a proteggere quello che resta e salvare così la tradizione, la storia e la cultura che ci appartiene.
Felice Dell’Armi