A distanza di qualche anno, rilancio la mia proposta sulla tradizione consolidata di mettere in piazza Falconi un Abete grande a fianco al Presepe realizzato con creatività dal nostro compaesano Sebastiano Trotta.
La rilancio oggi perché la situazione del pianeta è sempre più allarmante. Disastri ambientali sono diventati quotidiani. Su youtube (che poco frequento) c’è addirittura una pagina titolata “Disastri in Natura” ed è raccapricciante.
Tra le proposte per invertire politiche e pratiche inquinanti mondiali c’è quella di piantare miliardi di Alberi in ogni territorio.
Già da qualche anno si suggerisce, per esempio, di piantare un albero in occasione di feste o ricorrenze come nascite, compleanni, funerali e così via.
Ma verso Natale c’è la tradizione di mettere l’Albero di Natale con costi ecologici, economici e impegno umano.
Discutendo, è nata la proposta di invitare le scolaresche, seguite da un’esperta/o botanica, di invasare (e/o seminare) piccolissime o piccole piante di Abete da mettere in piazza e per il paese (o quartiere di città) e far sì che vengano curate durante l’anno e soprattutto a Capracotta in collaborazione con il Giardino della Flora che potrebbe -e dovrebbe- svolgere il ruolo di educazione botanica permanente.
E intanto in piazza si potrebbe mettere o un Albero caduto e ornato con creatività e anche indire un concorso per realizzare con materiale di riuso Alberi di Abete o con rami caduti. Non ultimo raccogliere poesie sull’Abete (e altri Alberi) da affiggere per negozi e luoghi frequentati. Insomma ogni gesto dovrebbe essere ripensato in termini ecologici ma anche pedagogici.
Antonio D’Andrea
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