Un’abbondante nevicata sulla Terra Vecchia nell’anno 2018
Quando ero piccola, amavo tanto il mio paese soprattutto in inverno. Mio padre era lontano per lavoro e io vivevo con mamma e mia sorella Emilia. La casa veniva riscaldata solo con il fuoco del camino. La sera per farci addormentare mamma ci raccontava favole inventate da lei. Aveva una grande capacità: quella di farle durare un inverno intero. Oggi diremo che le distribuiva a puntate. Quella atmosfera da piccole fiammiferaie, la vivevo con un calore e un affetto rimaste stampate nella mia testa.
A coronare quelle immagini ci fu un evento strepitoso. Quell’anno la neve coprì tutto e per molto tempo. Non avevamo viveri, né medicine. Io ero molto piccola e per di più malata. Mamma mi raccontava le ultime novità. Io vedevo i vetri delle finestre ricamate dal ghiaccio. Mi sentivo il ragazzetto malato della Via Paal. All’improvviso un trambusto e mamma disse qualcosa mentre mi sollevava dal letto, mi avvolgeva in una coperta e apriva la finestra. L’emozione fu di quelle che non scordi per il resto della vita.
In cielo volavano cose coloratissime per poi posarsi su sacchi scuri che formavano un nome: Capracotta. Il sole splendeva e mia madre e tutto il paese diventò di nuovo felice. Ecco, io guarii e sognavo di tornare presto a giocare con le amiche e gli adulti tornarono alla loro vita, forse apprezzandola di più.
Pina Monaco