Capracotta superò la drammatica epidemia di peste che colpì il Regno di Napoli nel 1656 grazie all’incremento della natalità, all’attrattività economica del suo territorio e all’accesso a speciali misure governative di tutela fiscale.
È la conclusione a cui giunge Valentina Casillo, studentessa magistrale dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, nella tesina “Capracotta. Il villaggio resiliente” realizzata per il corso di Istituzioni Medievali della Facoltà di Scienze Storiche dell’ateneo partenopeo.
Nella sua indagine, la studentessa ricostruisce meticolosamente la storia economica della nostra cittadina, legata alla transumanza e all’attività della Dogana delle Pecore, e analizza il trend demografico della popolazione dal 1532 all’anno 1800 utilizzando tutti gli strumenti della scienza storica per trarre le sue deduzioni.
E, tra le fonti bibliografiche cittadine, oltre al “Territorio di Capracotta” di Luigi Campanelli e al resoconto degli scavi dell’archeologo Ivan Rainini nell’area di Fonte del Romito, cita due pubblicazioni della nostra Associazione:
- Di Nucci Domenico, Di Rienzo Francesco, Trotta Aldo, Anno domini 1656 La peste a Capracotta, Amici di Capracotta, Tipolitografia Cicchetti, Isernia, 2015
- Di Nucci Domenico; 1732 : Numerazione dei Fuochi e dei Sottofuochi, Amici di Capracotta, Pixartprinting S.p.A., Quarto d’Altino, 2019.
«Siamo orgogliosi che due nostri testi abbiano potuto dare visibilità a Capracotta nell’indagine condotta dall’Università di Napoli per ricostruire un momento traumatico ma fondamentale della storia italiana- spiega il presidente degli “Amici di Capracotta”, Francesco Di Rienzo-. Valentina Casillo ci ha contattati via email chiedendoci una mano per la stesura di una tesina su Capracotta nell’ambito di una più ampia ricerca sugli effetti della epidemia di peste del 1656 sui centri abitati dell’Italia Meridionale. Le abbiamo inviato con grande piacere i nostri volumi in formato digitale e, più in generale, l’abbiamo aiutata a districarsi tra le numerose fonti disponibili sull’argomento. La peste del 1656 è stato un grande flagello che avrebbe potuto cancellare la nostra comunità. Secondo un registro ecclesiastico, infatti, in quaranta giorni morirono 1126 abitanti su una popolazione complessiva di circa duemila unità. Se l’emergenza sanitaria lo consentirà, ci piacerebbe invitarla questa estate a Capracotta per farle presentare i risultati del suo studio in un dibattito pubblico».
Il volume “Anno domini 1656. La peste a Capracotta” è disponibile gratuitamente sulla piattaforma della Biblioteca Digitale Molisana “E. A. Paterno” al seguente link: Anno Domini 1656. La peste a Capracotta