Antonio e José Francisco Luis Castiglione calciatori
Intorno all’anno 1900, il calcio era già praticato nella città di Santiago del Estero. Intorno all’anno 1906 c’erano due gruppi di giovani, che abitavano in due vie centrali, parallele e vicine: uno era Via Bartolomé Mitre Street (dal nome di un ex Presidente della Repubblica Argentina) e l’altro, Via Mendoza (da un’importante provincia argentina). Entrambi i gruppi si rivaleggiavano sportivamente.
I giovani di via Mitre erano guidati da Humberto Palumbo e avevano una squadra di calcio chiamata “Los Tigres de la Mitre”. Appartenevano a questo club figli di famiglie italiane come Palumbo, Balzaretti, Chernicharo, Fazio, Simonassi, Venturini, ecc., più altri creoli tra l’altro, come Bravo, Cortés, Corvalán, Gauna, Guzmán, Luna, Ramírez, Ruiz e Suarez.
I suoi eterni e acerrimi rivali erano “Los Leones de la Mendoza”, dall’omonima strada parallela, guidati da José F. L. Castiglione con il fratello Antonio, figli degli emigranti capracottesi Giovanni e Maria Carmela Conti. A questo gruppo appartenevano i giovani con i cognomi Giuliano, Gargaro, Terrera, Falcione, Capelaccio, Gauna, Ledesma, Medina, ecc.
Un giorno di quell’anno, Palumbo (della squadra di via Mitre), sfidò Castiglione (di via Mendoza) a un match decisivo. «Se vinci -gli disse- entreremo nella squadra di via Mendoza. Se, invece, vinciamo noi, vieni a far parte della squadra di via Mitre”. Sia la sfida che le condizioni imposte vennero accolte.
Dopo una partita intensa e molto combattuta, la squadra di via Mitre (“Los Tigres”) vinsero e gli sconfitti (“Los Leones”) mantennero la parola data fondendosi con la squadra vincitrice.
Quando si trattò di dare un nome alla nuova squadra, scelsero quello della via dove erano nati: Mitre. La sua sede era originariamente in via Mitre n.167. E furono adottati i colori giallo e nero, poiché erano quelli della bandiera ferroviaria.
La tribuna femminile dello stadio dell’Atlético Mitre
Alla gestione del Club Atlético Mitre parteciparono molti figli di emigrati italiani, come Humberto R. Palumbo (presidente nel 1917), Antonio Castiglione (vicepresidente negli anni 1925/1930), José F.L. Castiglione (presidente nel biennio 1934-1936), Armando Zaccardi (presidente tra il 1941 e il 1946) e Alfredo Bonacina (dal 1948 al 1950). Tra i fondatori del club, molti giovani non solo erano di origine italiana ma anche di Capracotta, come José e Antonio Castiglione, Francisco Giuliano, Alfredo Gargaro e Alfredo Terrera.
Come derivazione di questa storia, voglio aggiungere che José Castiglione ha presieduto per tredici anni la “Liga Santiagueña” di calcio e che nel 1929 divenne campione d’Argentina di quello sport. E per questo l’anno successivo è stato nominato presidente della delegazione argentina che ha partecipato al campionato sudamericano di calcio in Brasile.
L’Atlético Mitre campione d’Argentina nel 1929
Trascrivo una nota di Dario Patrizzi, del 1948: «Dal 1927 al 1930 Santiago del Estero ha vissuto il suo periodo d’oro. Quella performance dei “Pelos duros” (soprannome un po’ dispregiativo per i giocatori di Santiago per non avere i capelli lisci, insinuando una qualche origine nelle popolazioni americane autoctone), nel 1928 fu una vera bomba atomica esplosa nel mezzo di Buenos Aires. Nessun altro evento sportivo, a parte il match “Firpo vs. Dempsey”, a New York, ha suscitato maggiori commenti in tutte le aree della Repubblica. E sembrava che quel pomeriggio, sul campo da gioco del River Plate, come se quegli argentini, provenienti dalle leggende tragiche o eroiche delle giungle di Santiago (…) fossero undici ragazzi robusti, di bronzo o di quercia, ispirati da il paese stesso, che con uno sforzo straordinario ha conferito loro il titolo di campioni di calcio argentini. La delegazione di Santiago rivaleggiava con tutte le altre e le sconfisse indiscutibilmente».
Dario Patrizzi concludeva: «La nostra parola di lode va anche all’ammirevole uomo che ha diretto tutte le campagne dei calciatori già famosi. Il trionfo non è solo loro, ma in gran parte del dottor José F.L. Castiglione, sportivo impeccabile, che per i suoi ragazzi è stato un padre affettuoso e buono. Senza la loro collaborazione e senza il loro entusiasmo – possiamo dirlo – il calcio a Santiago del Estero non sarebbe stato perfezionato né le sue rappresentanze avrebbero vinto il Campionato».
Antonio V. Castiglione
Bibliografia:
Castiglione, Antonio V. (2006), La Inmigración italiana en Santiago del Estero (Argentina), pag. 221, nota n.231.
Patrizi, Darío (1948): in También el football cumple bodas de oro, El Liberal, Numero del Centenario, 1948, pag. 367.
Molte fotografie mi sono state fornite dal Sig. Lucas Serafini, bisnipote dell’emigrante capracottese Francesco Giuliano, che ringrazio.