In un mio precedente testo, ho raccontato il contributo dei discendenti degli emigrati capracottesi in Argentina alla fondazione della squadra di calcio “Atlético Mitre” nel 1907 e alla conquista del campionato di calcio argentino, nel 1927, da parte della squadra di Santiago del Estero. Stavolta, voglio parlarvi di un’altra storia che ha per protagonisti tre figli di emigrati capracottesi a Santiago del Estero: l’acquisto del giornale “El Liberal” da parte dei fratelli Antonio e José F.L. Castiglione con l’aiuto di Francesco Giuliano.
Cominciamo dicendo che, nel 1879, il capracottese Felice Giuliano emigrò in Argentina con la moglie Carmen Griffa. Prima si stabilì a Quilino (Cordoba) e poi, a causa di un’epidemia di malaria, si spostò nella provincia di Santiago del Estero. Dall’unione, nacquero sei figli: Rafaela, Francisco, Adelina, Florinda, Miguel e José Domingo.
Il secondogenito Francisco, detto “Pancho”, fu un importante agricoltore e proprietario terriero e subentrò al padre nell’amministrazione della tenuta “Santa Barbara” a Manogasta dove si producevano formaggi, vino, farina e tagliatelle che venivano inviati nella capitale, Buenos Aires. Francisco (“Pancho”) Guliano sposò Ana D’Aloisio. Ebbero numerosi figli: María del Carmen, Félix, Ezilda Micaela, Miguel Aquiles, Guillermo, Víctor Enrique, Alfredo Oscar, Carlos Lauro, Olga Celia, Dora Beatriz, Marcelo René e Norma Ester Giuliano.
Nel 1929, il proprietario del giornale “El Liberal” di Santiago del Estero Juan Figueroa, oramai vecchio e stanco, ne propose la vendita ai fratelli Castiglione. Antonio e José F.L. erano sì interessati a rilevarlo ma, in quel momento, non avevano la disponibilità economica per acquistarlo. Perciò, furono costretti a vendere le loro abitazioni, consegnarono tutti i risparmi e chiesero un prestito in banca per coprire il saldo del prezzo di acquisto. Ma la banca li informò che, nonostante tutti questi sforzi, le loro istanze «mancavano di sostegno patrimoniale».
Fu allora che “Pancho” Giuliano- il cui padre era stato amico del padre dei fratelli Castiglione, Giovanni- firmò per loro una fideiussione bancaria senza chiedere assolutamente nulla in cambio e accollandosi il rischio di dover pagare, in caso di insolvenza, il debito contratto dai fratelli Castiglione. La famiglia Castiglione non ha mai dimenticato quel gesto.
Antonio e José Castiglione riuscirono in appena cinque anni, il 19 aprile del 1934, a estinguere completamente il loro debito nei confronti della banca liberando da qualsiasi obbligo “Pancho”, che aveva voluto aiutare i due fratelli per il solo fatto di essere amico del padre.
“El Liberal” era stato fondato nel novembre del 1898 in un periodo in cui non c’erano organi di informazione di opposizione. Il giornale assolveva proprio tale funzione e il suo direttore era stato oggetto di continui attacchi, ferite e numerose sfide a duello.
Sotto la guida dei fratelli Castiglione, la testata divenne un quotidiano prestigioso, noto e rispettato in Argentina e in America. Ebbe, come importanti “figli”, la licenza radiofonica di LV11, “Radio del Norte”. Successivamente, la licenza per la TV aperta, LW81, TV, Canale 7, da Santiago del Estero. E poi una licenza per la tv a circuito chiuso: Tele Imagen Privada.
Negli anni del Peronismo in Argentina, “El Liberal” alzò la sua voce a favore della libertà in generale e della stampa in particolare. E ne subì le conseguenze. Il presidente Juan Domingo Perón ne ordinò la chiusura per tre mesi. In seguito, lo privò dell’onda radio di LV11. Uno dei suoi direttori, Antonio Castiglione, fu privato della cattedra di diritto processuale civile presso l’Università Nazionale di Tucumán.
Il 3 novembre 1998 “El Liberal” ha compiuto cento anni e la famiglia Castiglione ha organizzato un’importante festa alla quale hanno partecipato i direttori di tutti i giornali argentini e l’Associazione Interamericana della Stampa. E per rafforzare i legami con i cugini italiani, ha invitato quattro parenti dall’Italia.
Nella prima decade del nuovo millennio, “El Liberal” è stato nuovamente oggetto di ingiuste persecuzioni sempre per difendere la libertà della stampa. Tutto ciò ha scosso la famiglia proprietaria, che alla fine ha deciso di privarsi del giornale.
Antonio V. Castiglione