«È stata un’esperienza davvero molto bella anche perché non ero mai entrato in una radio. Che dire, cerchiamo di mantenere acceso il fuoco delle radici e delle tradizioni artigianali».
Il nostro compaesano Antonino D’Andrea, titolare di una falegnameria di famiglia a Roma, è stato il protagonista di “Live Social”, il talk show di Radio Roma Capitale dedicato agli imprenditori, professionisti e alle aziende. «Mi hanno contattato, ho preso un appuntamento e sono andato», spiega.
Pubblichiamo di seguito l’intervista integrale della giornalista Giulia Capobianco al nostro Antonino D’Andrea, ripulita dalle inevitabili ridondanze e ripetizioni tipiche del linguaggio orale.
Giulia Capobianco: E siamo tornati, amici ascoltatori di “Live Social”, sempre in diretta dallo Studio 2 di Radio Roma Capitale. E come ogni giorno, come ogni notte a tenervi compagnia la vostra Giulia Capobianco assieme alla quale andrete a scoprire tantissimi dettagli e retroscena delle professioni dei nostri ospiti. Oggi tanta tradizione e tanti consigli per voi e, soprattutto, un pizzico di evoluzione. Il nostro ospite qui ai nostri microfoni è già pronto per regalarci queste storie: Antonino D’Andrea. Benvenuto.
Antonino D’Andrea: Salve, buongiorno.
Giulia Capobianco: Che piacere averti qui per parlare di artigianato e soprattutto di tanta manualità e tanta arte. Tu sei falegname?
Antonino D’Andrea: Sì, da trent’anni. Ho imparato il mestiere da mio padre e, quindi, conservo le origini e le tradizioni di questa bellissima professione.
Giulia Capobianco: Questa che hai detto è una cosa bellissima: “conservo”. Perché alle volte queste attività, legate a quelle che erano le radici e al tempo passato, è bello che vengano continuate. Speriamo che le nuove generazioni possano conservare attività del genere. Oggi siamo tutti un po’ in digitale, quindi, si spera che questa tradizione rimanga viva anche proprio per il ricordo.
Antonino D’Andrea: Beh, bisogna coltivare le radici e soprattutto bisogna coltivare il legno perché il legno è un materiale sempre vivo.
Giulia Capobianco: È sempre vivo, è vero. Stiamo parlando di un qualcosa di vivo, che fa parte della natura e della nostra quotidianità. E, quindi, è importante, doverlo coltivare. Poi, diciamo chiaramente che c’è sempre quel pizzico di evoluzione per adattare la tradizione alle esigenze del mercato. Però, le radici sono le radici, ragazzi, e non vanno mai abbandonate. E ci rivolgiamo, ovviamente, anche ai giovani che sono all’ascolto e che, magari, le potrebbero continuare: qualcuno appassionato o legato a un’attività tradizionale come quella del nonno, della famiglia…
Antonino D’Andrea: Sì, sono un po’ le nostre radici in qualche modo da coltivare anche se i tempi e i modelli sono cambiati.
Giulia Capobianco: Il cambiamento è radicale.
Antonino D’Andrea: È molto radicale nel senso che i nostri genitori una camera da letto, una cucina la conservavano per altre generazioni.
Giulia Capobianco: C’è la cucina o anche l’abito da sposa, per esempio. Pure l’abito da sposa lo riciclavano. Adesso tutto è un po’ cambiato. C’è più una cultura dell’uso e getta. Però, non è molto corretta dal punto di vista ambientale. Stiamo parlando di materiali importantissimi della natura, artigiani del legno, per l’appunto. Cosa vai a realizzare? Chi è la tua clientela? Chi è che si rivolge a te?
Antonino D’Andrea: Il mio settore è una piccola torta nel senso che realizzo piccoli mobili su misura: l’armadio, la libreria, ecc. Però, non è sufficiente creare degli ottimi prodotti. Occorre coltivare anche una certa empatia con il cliente. Io non lavoro il truciolato ma utilizzo tipologie di legno di alta qualità. Come artigiano, posso puntare solo sulla qualità che, spesso, ha anche un costo che non tutti possono permettersi soprattutto nell’ultimo periodo visto c’è stato un grosso aumento della materia prima. Perciò, è importante lavorare con fantasia, creatività e con la professionalità delle radici.
Giulia Capobianco: Allora, prima di svelare anche le tecniche, quali sono gli oggetti che vai a realizzare?
Antonino D’Andrea: In genere, quello che il cliente mi chiede: la libreria, l’armadio su misura, la piccola credenza, ecc. Chiaramente, però, e dispiace dirlo, le mie produzioni sono per una clientela molte volte ricca, comunque benestante, borghese.
Giulia Capobianco: Beh, essendo chiaramente un legno pregiato, si va a rimarcare su quella che è la qualità e su diverse esigenze. Per esempio, per una libreria in legno massello, è chiaro che ci vuole anche un certo tipo di impegno nella realizzazione.
Antonino D’Andrea: In genere, va molto il bianco, il decapato.
Giulia Capobianco: Facciamo un esempio di step. Quali passaggi bisogna rispettare nel momento in cui ti viene commissionata una libreria, per esempio.
Antonino D’Andrea: Faccio un disegno, il progetto, e lo presento al cliente per capire le sue esigenze anche se col legno possiamo realizzare tutto.
Giulia Capobianco: Questo è importante: la collaborazione con il cliente per poter esaudire quello che è il loro desiderio. E poi un’altra cosa importante è il consiglio del professionista che conosce il materiale e sa come lavorarlo. Questo non si abbandona mai.
Antonino D’Andrea: Il mio è un piccolo laboratorio, molto piccolo, però io l’ho un po’ personalizzato. Quindi, diciamo che c’è un po’ la storia del mio laboratorio.
Giulia Capobianco: Allora, dicevamo la libreria: prima il progetto, poi accontentare le esigenze del cliente e poi si procede con la lavorazione artigianale vera e propria. Quali sono gli step? Come viene lavorato per esempio il legno grezzo all’inizio?
Antonino D’Andrea: Prima di tutto, viene tagliato, vengono assemblati i fogli di multistrato, o di noce, a seconda di quello che si deve realizzare, vengono fatti gli sportelli, i ripiani: se sono vetrine o se sono sportelli con i vetri. E viene realizzato il tutto sulla base delle esigenze della richiesta.
Giulia Capobianco: Allora, un’altra cosa che volevo chiederti: ovviamente il tuo servizio è anche stare dietro le persone che ti vengono a trovare non solo per una richiesta di prodotto finito. Il rapporto non finisce a prodotto concluso. Tu sei anche lì per eventuali riparazioni, sei sempre a disposizione…
Antonino D’Andrea: Anche restauro di mobili antichi.
Giulia Capobianco: Oh, arriviamo a un altro punto clou: restauro di mobili antichi. E, quindi, torniamo anche un po’ alla tradizione: restauro rispettando quella che è la peculiarità del mobile.
Antonino D’Andrea: Certo, la storia…
Giulia Capobianco: E come fai, per esempio, a mantenere l’essenza, la storia nonostante i materiali adesso siano difficili da reperire?
Antonino D’Andrea: Il restauro deve essere visibile: devi poter guardare il mobile antico ma anche l’operazione che l’artigiano ha fatto. Poi, chiaramente, va fatto l’anti-tarlo, vanno restaurate le parti usurate e poi bisogna lucidarlo a gomma lacca.
Giulia Capobianco: Ci hai svelato tantissimi dettagli. Ti ringrazio veramente per averlo fatto ai nostri microfoni. E, intanto, io ci tenevo a regalarti uno spazio tutto tuo per quanto riguarda i contatti per i nostri amici ascoltatori. Le persone che ci hanno seguito, volendo, potranno venirti a trovare oppure trovarti sul web. E sul web, in modo particolare, parliamo anche della mail. Se volete scrivere una mail: antoninodandrea@yahoo.it. Altrimenti potete anche contattarlo al 347.7766799. Giusto?
Antonino D’Andrea: Sì, perfetto.
Giulia Capobianco: Vogliamo ricordare anche il tuo indirizzo?
Antonino D’Andrea: Via Capitan Bavastro n.66, Roma.
Giulia Capobianco: Quindi, una zona anche molto importante. Io ti ringrazio per essere stato nostro ospite. Ovviamente, ti verremo a trovare. Adesso sappiamo che c’è questa realtà meravigliosa.
Antonino D’Andrea: Sarà un gran piacere.