Se volete ammirare una splendida conchiglia non dovete andare al mare ma nella chiesa di san Giovanni Battista a Capracotta. Appena si varca il portone di ingresso, infatti, ci si imbatte in una acquasantiera in pietra a forma di valva di conchiglia.
Non è un caso. L’acquasantiera è un recipiente che, collocato all’ingresso di una chiesa, consente ai fedeli di purificarsi con l’acqua benedetta prima di accedere all’area sacra in una sorta di rinnovato battesimo. La conchiglia, da sempre collegata all’acqua, è stata largamente raffigurata nell’arte sin dall’Antichità come sinonimo di fertilità ricollegabile all’idea dell’utero universale che sottende alla vita. La Venere di Botticelli, per esempio, emerge nuda e pura proprio da una conchiglia secondo l’immagine di una dea dell’amore inteso non in senso lussurioso e voluttuoso ma proprio come forza che genera e dà vita.
Partendo, dunque, da questa idea di fecondità quale inizio di una nuova vita, i cristiani hanno esteso nel corso del tempo la valenza simbolica della conchiglia dal concetto di “nascita” a quello di “rinascita” dell’anima finendo per abbinarla a tutti quegli elementi sacri legati ai riti di purificazione come, nel nostro caso, l’acquasantiera.
I nostri antenati conoscevano molto bene queste valenze simboliche tanto è vero che hanno voluto collocare in paese una acquasantiera a forma di valva di conchiglia proprio nella chiesa dedicata a san Giovanni il Battista, cioè il santo legato al battesimo che- è utile ricordarlo- è il sacramento che simboleggia il seppellimento dell’uomo “vecchio” nella morte di Cristo per la rinascita dell’uomo “nuovo” in Cristo attraverso l’acqua benedetta.
L’acquasantiera della chiesa di san Giovanni è attribuita, dagli storici dell’arte della Soprintendenza per i beni artistici del Molise, genericamente a una bottega dell’Italia meridionale del XVIII secolo.
Un motivo in più per visitare quel piccolo scrigno di fede e arte che è la chiesa di san Giovanni a Capracotta.
Francesco Di Rienzo