San Matteo e la famiglia Di Rienzo: un legame indissolubile da duecento anni

Oggi la Chiesa Cattolica festeggia il culto di san Matteo. San Matteo è stato l’autore del primo Vangelo e uno dei primi apostoli a seguire la chiamata di Gesù. A Capracotta, non è venerato pubblicamente nelle chiese cittadine. Nella mia famiglia, invece, lo è attraverso una tradizione onomastica che dura esattamente da duecento anni!

Il primo Matteo Di Rienzo nasce a Capracotta il 19 giugno del 1822. È il sestogenito di Loreto e Maria Antonia D’Onofrio. Nell’atto di nascita di Matteo, il padre ha 39 anni, la madre 36. Loreto svolge la professione di “vaticale”. Loreto discendeva da un’importante famiglia di proprietari armentizi. Il bisnonno Nicola, indicato in un documento fiscale del 1732 semplicemente come “pastore”, possedeva ben sessanta pecore, tre cavalli e un somaro: una ricchezza per l’epoca! È possibile che gli spostamenti in Puglia per la transumanza abbiano fatto conoscere a Loreto il culto per san Matteo a San Marco in Lamis nella Capitanata, terra con cui il nostro ramo famigliare ha sempre avuto un legame fortissimo, e spingerlo a chiamare col nome del Santo uno dei suoi figli.

Matteo sposa Vincenza Sammarone e dall’unione nasce, l’8 febbraio del 1853, Francescopaolo inaugurando quella sequenza Matteo/Francesco della linea primogenita maschile che caratterizza ancora oggi la famiglia.

Da Francescopaolo e dalla moglie Angelarosa Carugno, nasce, il 22 maggio del 1891, il mio bisnonno Matteo. Ferito per ben due volte al fronte durante la Prima Guerra Mondiale, imprenditore boschivo, questo secondo Matteo è un personaggio molto importante per il nostro ramo famigliare tanto è vero che tutta la sua discendenza è identificata tuttora, all’interno della comunità capracottese, con il soprannome: “Chirə də Mattè”, cioè “quelli” di Matteo.

Se la Chiesa Cattolica nel Concilio di Trento (1545-1563) non avesse imposto ai parroci di registrare tutti i fedeli con il nome e il “soprannome” con cui erano individuati all’interno delle proprie comunità pastorali, sancendo di fatto la nascita del cognome trasmissibile inalterato di padre in figlio, è assai probabile che oggi noi suoi discendenti non ci chiameremmo “Di Rienzo” ma “Di Matteo” con buona pace del nostro capostipite Renzo, vissuto alla fine del XV secolo.

Nella foto in alto, è raffigurato con la moglie Carmela Evangelista e i figli (da sinistra a destra): Rosa, Donato, Francesco, Vincenzo, Pierina e, tra i due genitori, Mario. L’ultimo figlio della coppia, Paolo, è nel grembo della madre: elemento questo che ci consente di datare lo scatto all’anno 1931.

Mio nonno Francesco nasce il 19 gennaio del 1915. Da mio nonno e da mia nonna Anna Giuliano, nascono mio padre Matteo, Carmela, Antonio e Lucia. Da mio padre e mia madre Maria Rosaria Venditti, sono nato io nel 1973 a Napoli nell’ospedale degli Incurabili, fondato nel 1521 dalla beata Maria Lorenza Longo per una grazia ricevuta dalla Madonna di Loreto, e mia sorella Roberta. Da me e mia moglie Valeria Andreola sono nati Claudia e, nel 2009, Matteo, chiamato più sbrigativamente col diminutivo “Teo”. Nella festa del suo primo compleanno, organizzata ad agosto del 2010 presso il ristorante “La Traversa” a San Giovanni, erano presenti contemporaneamente, per la prima volta in assoluto in famiglia, tre “Matteo”: mio figlio, il nonno e il cugino di mio padre Matteo, erede della tradizione imprenditoriale famigliare nel settore boschivo, figlio di Paolo Di Rienzo.

Insomma, dopo duecento anni esatti (1822-2022), la venerazione per san Matteo e la tradizionale sequenza Matteo/Francesco sono ancora vivi nella nostra famiglia e perdurano indissolubilmente nonostante il trascorrere del tempo e il passare delle generazioni.

Francesco Di Rienzo