«Il bando della Rigenerazione Urbana, oggetto di forti critiche da parte di un’ampia platea di amministratori comunali, andrebbe annullato e riformulato per evitare ulteriori contrapposizioni e disparità tra comuni e territori» – afferma Candido Paglione, sindaco di Capracotta e Presidente di Uncem Molise, condividendo quanto espresso al riguardo dal presidente nazionale dell’Uncem, Marco Bussone.
Infatti, ancora una volta viene utilizzato l’indice di vulnerabilità sociale e materiale (IVSM), con l’obiettivo di fornire una misura del livello di vulnerabilità, sociale e materiale, dei comuni italiani. Combinando sette indicatori elementari, che descrivono le principali dimensioni “materiali” e “sociali” della vulnerabilità (livello di istruzione, strutture familiari, condizioni abitative, partecipazione al mercato del lavoro e condizioni economiche), l’indice fornisce elementi per l’individuazione di potenziali aree di criticità e dovrebbe favorire il confronto e il dialogo tra i territori. Questo almeno nelle intenzioni. Ma l’indicatore suscita alcune perplessità ed ha scatenato da qualche mese un vivace dibattito.
«Si tratta di una modalità molto discutibile per classificare i comuni che, ancora una volta, rischia di provocare delle ingiustizie clamorose. Secondo l’IVSM, ad esempio, i comuni dell’Area GAL dell’Alto Molise – con Agnone in testa e a seguire Capracotta e gli altri comuni – che hanno subito e continuano a subire un trend di spopolamento pazzesco, non vengono considerati marginali e quindi sono indietro nella classifica di marginalità e non possono beneficiare di interventi di sostegno alle loro popolazioni residenti. Intanto, altri territori – decisamente messi meglio – e altri comuni, che hanno situazioni oggettivamente più favorevoli, si trovano a beneficiare di importanti finanziamenti. In Campania, tanto per fare qualche esempio, Capri e Positano, che hanno un indice di vulnerabilità sociale e materiale più alto del nostro, risultano beneficiari dei finanziamenti per la cosiddetta Rigenerazione Urbana. Credo – conclude Paglione – che occorra rivedere con urgenza questi parametri, prima che possano diventare strumento di selezione per gli altri bandi del PNRR e determinare ulteriori e gravi ingiustizie tra comuni e territori. Quell’indice andrebbe accantonato a vantaggio di una seria valutazione dei progetti presentati dagli Enti».