Scuola per bambine/i di pasta fatta a mano a Capracotta. Foto: Lidia Corticelli
Da due anni come associazione Auser-Vivere con cura di Capracotta (Isernia) promuoviamo sia la nascita delle Case delle Erbe che delle Ludoteche. In tutti i paesi o quartieri di città e nelle fattorie abbiamo attivato la “Scuola per bambine/i di pasta fatta a mano”, utilizzando farine di grani locali e biologici, erbe spontanee e aromatiche coltivate localmente. Questa Scuola nasce dopo anni di corsi e laboratori in entrambi i settori e come frutto di collaborazione tra le animatrici e gli animatori delle Case delle Erbe e della Ludoteca. Avendone sperimentato la bontà pedagogica, da un paio di anni abbiamo strutturato la proposta in modo che sia organica e fattibile in un territorio più ampio. Capracotta, purtroppo, come molti paesi dell’Appennino, è un paese in abbandono, soltanto nei mesi di luglio e agosto, quando si riempie di famiglie e turisti, possiamo realizzare il laboratorio un giorno la settimana. Per tutte queste ragioni proponiamo che a cominciare da Campobasso e altre cittadine del Molise – ma la proposta è rivolta anche ad altre località dell’Italia centrale – nasca un centro permanente nel quale almeno un pomeriggio/sera la settimana si attivi questa Scuola, in modo da affiancare al corso anche una cena nella quale mangiare insieme la pasta preparata. A Capracotta realizziamo la cottura nel pentolone sul fuoco a legna (cuttur), dopo aver raccolto la legna insieme.
A Campobasso, ad esempio, grazie anche alla vicinanza di mulini che macinano grani antichi e che possono essere visitati, e grazie alla collaborazione di alcuni docenti di facoltà agrarie siamo pronti ad avviare un centro “pilota” attivo tutto l’anno, in grado a promuovere corsi-laboratori itineranti laddove saranno richiesti.
A Roma, invece, la proposta della Scuola sarà presto accolta dallo spazio sociale e culturale “Gordiani in comune” grazie all’associazione La Strada e alla redazione di Comune-info.
Cosa occorre per la Scuola? Un luogo che possa ospitare massimo venti bambine e bambini, quindi non enorme. Potrebbe anche essere un edificio scolastico, tipo un istituto alberghiero o forse meglio – pensando alle numerose e interessanti esperienze di scuole aperte e partecipate che sono nate in molte città negli ultimi anni – una scuola elementare. Il luogo deve avere almeno una fonte d’acqua e meglio ancora un vano cucina. Sarà importante rimediare alcuni tavolini ad altezza di bambine/i e anche qualche telo per far sperimentare il metodo d’impasto “Antico Egitto”, cioè per terra, più congeniale ai bambini. Ma per poter usare le macchinette “Nonna Papera” occorrono comunque i tavolini.
Come insegnanti proponiamo e invitiamo tutte e tutti gli esperti, presenti nei diversi territori, a mettere in comune i propri saperi e le proprie modalità (a Campobasso lo faremo con, tra gli altri, Melina Tanno, ambasciatrice della gastronomia molisana per tanti anni). I laboratori, infatti, sono sempre accompagnati da importanti informazioni sulla qualità e proprietà delle farine e delle erbe, queste ultime fresche o essiccate a secondo delle stagioni. E chiaramente proponendo tanti tipi di pasta con o senza macchinetta: tagliatelle, tagliolini, sagne e sagnette, ravioli….
Nel corso dei mesi luglio e agosto del 2022 a Capracotta abbiamo proposto, sempre durante le attività di ludoteca, diversi laboratori di arte bianca: pane, pizza, taralli, biscotti, naturalmente con farine di grani antichi, locali e bio ed erbe e fiori (freschi o essiccati), con anche la possibilità di andarli a raccogliere in mattinata o il giorno prima.
Insomma, lanciamo questa proposta della “Scuola per bambine/i di pasta fatta a mano” a tutte le persone interessate e consapevoli dell’importanza di offrire all’infanzia laboratori e corsi che li stimolino a un apprendimento completo per una crescita armoniosa e consapevole. Siamo aperti alla massima collaborazione di chiunque lo desideri. Magari sarà anche un’occasione per far conoscere in estate a tanti e tante la nostra esperienza e un paese come Capracotta.
Antonio D’Andrea
(in collaborazione con Gianluca Carmosino)